“L’Italia non accetterà più migranti, chiudiamo i porti”. La svolta del governo Gentiloni. “Vieteremo l’attracco alle navi straniere”
Il rappresentante permanente dell'Italia presso la Unione Europea, Maurizio Massari sta comunicando la decisione al commissario Ue Avramopoulos
Basta. Si cambia registro, l'Italia svolta. Chiudiamo i nostri porti. Nessuna nave che non sia italiana o delle istituzioni europee potrà più attraccare per far scendere migliaia di migranti raccolti nelle acque internazionali.
L'Italia non ce la fa più e in assenza di una cooperazione attiva della Europa, dichiara che non accetterà più migranti raccolti da Ong o da altri mercantili che non battono bandiera italiana. In queste ore, il rappresentante permanente dell'Italia presso la Unione Europea, Maurizio Massari, sta incontrando il commissario UE all'Immigrazione, il greco Avramopoulos, per discutere con urgenza l'emergenza immigrazione. L'Italia, è il messaggio che l'ambasciatore Massari ha comunicato ad Avramopoulos, «non è disposta più a sbarcare migranti da navi che non battano bandiera italiana o delle istituzioni europee».
È una svolta, una decisione maturata in queste settimane di dialogo (sordo) tra Roma e le capitali europee. I tempi della politica comunitaria sono troppo lenti mentre la realtà è in piena evoluzione e l'Italia sempre di più si sta trasformando in una pentola a pressione che non ha una valvola di sfogo. Sono giorni che dal Capo dello Stato, da Sergio Mattarella al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al ministro dell'Interno, Marco Minniti, sono impegnati a inviare messaggi molto chiari alla Comunità europea.
Proprio l'altro giorno, il Presidente Mattarella era stato profetico: «In Europa non vi è una adeguata consapevolezza né l'emergere di sensibilità sufficientemente condivise, necessario preludio di incisive azioni comuni». «Se il fenomeno dei flussi continuasse con questi numeri la situazione diventerebbe ingestibile anche per un Paese grande e aperto come il nostro" ha evidenziato Mattarella parlando con il primo ministro canadese Justin Trudeau oggi ad Ottawa. Il Capo dello Stato ha spiegato che si tratta di "un fenomeno epocale che non si può cancellare alzando muri ma occorre governarlo con serietà" e "va governato assicurando contemporaneamente la sicurezza dei cittadini".
Così, in queste ore, è maturata la decisione di comunicare alla Commissione Europea il cambio di rotta, di strategia. Adesso, davvero la questione immigrazione deve diventare questione europea. Del resto è anche sull'altro fronte, la Libia, che gli sforzi straordinari del nostro governo, del ministro Minniti pur producendo importanti accordi non si traducono in fatti concreti.
Grazie a Roma, le tribù del sud hanno trovato una intesa, l'Italia sta aiutando a ricostituire una flotta di navi della guardia costiera libica. Finanziamo e formiamo i nuclei di una polizia di frontiera che non c'è più. E sosteniamo il governo Serraj che non riesce ancora ad avere sotto controllo il Paese. Tanto che il flusso di migranti in partenza per l'Italia continua ad aumentare. Tra il 15 e il 20% in più rispetto ai numeri fino a giugno dell'anno scorso.
Quello che deve aver portato il governo alla svolta è la politica di tempi lenti della Europa mentre la politica estera e interna dell'Italia veniva guidata dalle Ong, di cui non conosciamo gli assetti societari, sicuramente battenti bandiera di paesi stranieri.