Messina Denaro, nel covo dell’ultimo padrino trovata una pistola carica e anche 20 proiettili

L’arma è stata rinvenuta nel suo rifugio di vicolo San Vito a Campobello di Mazara. Secondo gli inquirenti è stato l’autista Giovanni Luppino a procurargliela

Pistola trovata nel covo di Messina Denaro
La pistola trovata nel covo di Messina Denaro (Foto Ansa)
TiscaliNews

Nell’ultimo rifugio del boss Matteo Messina Denaro, in vicolo San Vito a Campobello di Mazara, i carabinieri hanno trovato anche una pistola revolver "Smith & Wesson" calibro 38 special, completa di 5 cartucce. L'arma, con matricola cancellata, è stata trovata durante una perquisizione. In casa del capomafia militari hanno trovato anche un involucro con ulteriori 20 cartucce dello stesso calibro.

Le indagini

Una delle ipotesi è che possa essere stato l’autista Giovanni Luppino a procurargliela in quanto uno dei numeri di telefono trovato nei pizzini sequestrati dai carabinieri all’autista di Matteo Messina Denaro è riconducibile a un inserzionista trapanese che vende online armi usate. In uno degli annunci su un sito internet si legge “vendo per conto di un amico” carabina semiautomatica, proiettili e cartucce. Le inserzioni risalgono al mese di gennaio. Intanto sono in corso gli accertamenti per risalire sia alla provenienza certa dell’arma e anche se è stata utilizzata in precedenza.

Rivenuti documenti interessanti

Nei giorni scorsi, proprio in vicolo San Vito, erano stati individuati documenti ritenuti "molto interessanti" dagli inquirenti, ovvero un'agenda con nomi e numeri, ma anche appunti e una sorta di contabilità (il mafioso avrebbe annotato le sue entrate e le sue uscite). E' proprio su questo materiale che si concentrano le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido per risalire alla rete degli ultimi fiancheggiatori di Messina Denaro, ma pure ricostruire i suoi movimenti e soprattutto i suoi lucrosi affari.

40 bossoli esplosi nel covo di via San Giovanni

Nell’abitazione perquisita a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani a via San Giovanni 224, invece è stato trovato un bicchiere con dentro 40 bossoli, tutti esplosi. La casa sarebbe degli ex suoceri di Andrea Bonafede, i coniugi sono morti anni fa e la casa risulta disabitata da tempo. Bonafede, l’uomo che ha prestato la sua identità al boss, è stato arrestato per favoreggiamento. Mercoledì scorso nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip ha scelto di non parlare.