La minaccia di Turetta in un messaggio a Giulia: “O ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi”
I WhatsApp recuperati dal cloud della giovane vittima tra gli atti dell'inchiesta a carico del ventiduenne di Torreglia (Padova) a processo per omicidio volontario premedito della ex fidanzata
Filippo Turetta aveva una "ossessiva pretesa" di laurearsi insieme a Giulia Cecchettin. "Mettiti in testa... che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi" scriveva in un messaggio WhatsApp del febbraio 2023 recuperato dal cloud della giovane. Testo ora agli atti dell'inchiesta a carico del ventiduenne di Torreglia (Padova) a processo per omicidio volontario premedito della ex fidanzata. Secondo la ricostruzione dei carabinieri il ragazzo non si era rassegnato alla fine della relazione e secondo le testimonianze di amici e familiari di Giulia "agiva come se fosse sicuro di riconquistarla".
Fino a 300 messaggi al giorno
L’ossessione di Filippo Turetta verso la ex fidanzata è evidente in un numero dei messaggi inviati alla giovane studentessa. Negli ultimi due anni, fino al giorno dell’omicidio. Come risulta dagli atti dell’indagine, dal gennaio del 2022 al giorno del femminicidio, il ragazzo le ha inviato 225.720 messaggi (una media di oltre 300 al giorno). E a ridosso del delitto gli invii erano aumentati. Nei messaggi Giulia supplica di esser lasciata in pace. E adesso, secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, lo stalking potrebbe esser una delle aggravanti contestate dai pm. Emblematico è il 7 novembre quando Turetta inizia a mandarle vocali di primo mattino, protestando per la mancata buonanotte. Giulia è esasperata: «Ti comporti come uno psicopatico. Ogni tanto mi fai paura. Può essere che anche dopo mi vieni a cercare. Ma io voglio poter stare serena.
Turetta direttamente a processo
Filippo Turetta ha rinunciato all'udienza preliminare davanti al Gup, già prevista il 15 e 18 luglio prossimi, e ha accettato di andare direttamente a processo in Corte d'Assise per l'omicidio di Giulia Cecchettin. La decisione, presa in accordo con Giovanni Caruso, suo difensore, "consegue a un percorso di maturazione personale del gravissimo delitto commesso, e alla volontà che la giustizia faccia il proprio corso nei tempi più rapidi possibili e nell'interesse di tutti", ha riferito il legale. Non verrà chiesta da parte della difesa nemmeno la perizia psichiatrica, a meno che non vi siano intenzioni diverse che emergano dal processo. Ma comunque al momento cade la possibilità di accertare se Turetta fosse capace di intendere e di volere al momento del delitto. Spetta al Tribunale di Venezia la fissazione della prima udienza, probabilmente a settembre.
Le accuse
Davanti al collegio giudicante, dunque, il 22enne di Torreglia (Padova) dovrà rispondere delle accuse di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. Per questi capi di imputazione non è previsto il ricorso al rito abbreviato o altri riti alternativi: si andrà in aula a ripercorrere tutta la vicenda, che tenne col fiato sospeso tutta l'Italia, e suscitò un moto di partecipazione, rabbia e rivendicazione contro i femminicidi, che purtroppo però non sono diminuiti. "Non è intenzione della difesa - ha ribadito Caruso in una nota - né di Filippo Turetta, contrariamente a quanto preannunciato senza titolo e a sproposito dalla grancassa mediatico-giudiziaria, chiedere che l'imputato venga sottoposto a perizia psichiatrica". La comunicazione di oggi, prosegue, "è giustificata al solo fine di prevenire possibili speculazioni, e i processi alle intenzioni in ordine alle scelte difensive". I legali della famiglia Cecchettin prendono atto della richiesta, "una scelta tecnica che percorre un diritto garantito dalla legge", ha commentato l'avvocato Stefano Tigani. "Non ci meraviglieremmo peraltro - ha precisato - se in fase dibattimentale si percorresse la via della speditezza, con il consenso all'acquisizione di atti di indagine, o parti di esse, nell'ottica di una definizione veloce del processo per un omicidio così efferato".
L'omicidio di Giulia
Il femminicidio fu commesso l'11 novembre 2023. Nel suo interrogatorio reso davanti al pm Andrea Petroni, Turetta raccontò della serata passata con Giulia Cecchettin in un centro commerciale di Marghera (Venezia), poi al ritorno il diniego di lei alle richieste di ritornare insieme, la lotta in un parcheggio di Fossò (Venezia) con botte, calci e 75 coltellate. Poi la fuga con il cadavere di Giulia in auto, abbandonato in un bosco vicino al lago di Barcis, in Friuli, finché otto giorni dopo, in Germania, lo studente di Torreglia fu arrestato. Turetta è detenuto nel carcere di Verona Montorio dal 25 novembre scorso.