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Il mercato nero dei selfie vip e la stangata del Governo: "Niente più pubblicità occulta sul web"

Anche online serve maggiore trasparenza e la pubblicità deve essere chiaramente riconoscibile, soprattutto se a farla sono personaggi famosi, i cosiddetti influencer, che hanno un largo seguito di followers, spesso adolescenti

Roberto Zarriellodi Roberto Zarriello   
Il mercato nero dei selfie vip e la stangata del Governo: 'Niente più pubblicità occulta sul web'

La fine di un'era. Stop al business della pubblicità occulta sui social. Nel disegno di legge sulla Concorrenza (votato a Montecitorio con 218 sì, 124 no e 36 astenuti), il Governo è ora pronto a regolamentare la promozione di articoli e marchi attraverso Facebook, Twitter e Instagram quando non sia ben specificato il contenuto pubblicitario del post.

L'idea è di un deputato del PD

L'ordine del giorno, approvato dalla Camera, è stato presentato da Sergio Boccadutri, deputato del Partito democratico, con l'obiettivo di regolamentare l'attività degli "influencer" sul web. Occorre che i consumatori possano identificare in modo chiaro, si legge nel documento, quale materiale pubblicato sul web costituisca sponsorizzazione di un prodotto o di un brand. Sulla vicenda era già intervenuta l'Unione nazionale consumatori presentando un esposto all'Antitrust. Anche in Italia, come nel Regno Unito e Usa, si procede, quindi, verso l'uso di hashtag specifici nei post, come #ad (che sta per advertising, pubblicità).

La tutela dei consumatori resta al primo posto

Parola d'ordine: tutelare i consumatori. Sono l'oro l'ultimo anello della catena, ma non per questo il meno importante. Senza i nostri acquisti, non ci sarebbe nessun mercato e nessun affare per azienda o influncer. "Il nostro obiettivo è avere regole chiare e condivise e che, accanto ad ogni foto sponsorizzata, compaia sempre una didascalia di accompagnamento che informi correttamente il fan del carattere promozionale del messaggio - ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori - Anche online serve maggiore trasparenza e la pubblicità deve essere chiaramente riconoscibile, soprattutto se a farla sono personaggi famosi, i cosiddetti influencer, che hanno un largo seguito di followers, spesso adolescenti".

Un mercato milionario in pericolo

Le previsioni per il 2017 parlano dell’Influencer Marketing come di un fenomeno ancora destinato ad espandersi, con l’84% dei professionisti del marketing e della comunicazione che lancerà almeno una campagna di coinvolgimento degli influencer. Ricorrere alle digital PR (secondo Ninja Marketing) incrementa di circa 5,2 volte l’efficacia della propria campagna marketing e, quindi, influenza concretamente anche le scelte d’acquisto dei consumatori. Nel frattempo sono nate agenzie di comunicazione specializzate nel coinvolgimento di "influencer" con sedi a Los Angeles, a Londra, ma anche a Milano.

Gli influencer che rischiano di più

Quando si parla di influencer, in Italia non si può che citare prima di tutti Chiara Ferragni. Con i suoi 9,8 milioni di follower è la più ricercata in questo settore del marketing. Con le nuove regole, non potrà più postare prodotti e marchi senza specificare che si tratti di pubblicità. Niente più borse e accessori in bella mostra senza che si capisca che stia lavorando per quella griffe o per quel brand di moda. Stessa cosa vale per l'imprenditore Gianluca Vacchi (9,6 milioni di follower su Instagram) o per l'ex modello Mariano Di Vaio (sono 5,9 i milioni di follower che lo seguono, sempre su Instagram). Il mercato della pubblicità sul web e sui social va finalmente verso una regolamentazione. Ci dispiace per gli affari degli influencer, ma anche noi stiamo dalla parte dei consumatori.

Roberto Zarriellodi Roberto Zarriello   
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