[Il caso] La strage di anziani al Trivulzio, l'inchiesta e i dubbi: morti da Coronavirus nascoste?
La Procura di Milano indaga sull'esplosione di decessi (100 solo nell'ultimo mese) e il ministero della Sanità manda gli ispettori. La difesa di Fontana e Gallera, le denunce di familiari e sindacati

Diffusione colposa di epidemie e omicidio colposo. E' questa l'ipotesi di reato su cui si è mossa la Procura di Milano di fronte alla "mattanza" da virus degli anziani nel polo geriatrico più importante d'Italia, il Pio Albergo Trivulzio. Un emblema di come il Covid-19 stia colpendo pesantemente le persone di età avanzata in tutto il Paese, dramma nel dramma. Il Trivulzio spicca per numero di morti: 70 a marzo. Una tendenza che va solo a crescere, con altri 30 decessi nella sola prima settimana di aprile. ll ministro della Salute, Roberto Speranza, e il suo vice Pierpaolo Sileri hanno mandato ispettori per capire cosa stia succedendo.
ll dramma delle Rsa
Nell'emergenza della pandemia da Covid-19 c'è un allarme particolare che riguarda le Rsa italiane. Non solo il Trivulzio (struttura storica, segnata nel 1992 da Tangentopoli: fu l'arresto dell'allora presidente della struttura, Mario Chiesa, a innescare Mani Pulite). Altre indagini guidate dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e scaturite da denunce di lavoratori e familiari di vittime nei confronti dei vertici delle strutture, sono in corso pure sull'Istituto Palazzolo Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano (che si difende: "Nessuna negligenza") su una casa famiglia di Affori, quartiere di Milano, altre case di riposo fra cui una nel quartiere Corvetto. Si apre uno di ulteriore preoccupazione con il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, chiede "alle Regioni di comunicare tempestivamente alla Protezione civile, attraverso il monitoraggio delle ASL, quali sono le Rsa in condizioni di maggior criticità". Sentita dall'Ansa, un'operatrice della Residenza sanitaria assistita Ferrari, a Milano, ha detto: "Non ho mai visto una situazione del genere, in un mese sono morti circa 40 pazienti. Luca Degani, presidente di Uneba Lombardia (associazione che riunisce più di 400 case di riposo, punta il dito contro la Regione Lombardia: "Sottovalutato il rischio di strutture per anziani e disabili".
La difesa di Fontana e Gallera
Sui quanto sta accadendo al Pio Abergo Trivulzio, arriva la difesa del governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana: "Abbiamo fatto tutto con il massimo rispetto. Il riferimento è alle critiche ricevute per la richiesta dello scorso 8 marzo, quando la Regione chiese alle Agenzie di tutela della salute di individuare case di riposo per accogliere pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali e in quarantena. Secondo Fontana: "Quei pazienti non sono stati messi a fianco agli altri già nelle Rsa, esistevano dei reparti vuoti e non utilizzati. Abbiamo semplicemente dato delle linee guida rispettate dalle case di riposo, che hanno una loro autonomia di gestione". Così l'assessore al Welfare Giulio Gallera: "Fu chiesto alle Rsa di ospitare i pazienti colpiti dal Coronavirus in maniera volontaria e solo a quelle "con aree totalmente separate dagli altri ospiti. E specifica che su qulla questione c'è stato un "grave travisamento della realtà". Per la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, le morti del Trivulzio sono "una stretta al cuore" perché in quella struttura (che diventa emblema dei drammi delle varie Rsa italiane, ndr.) c'è la memoria del Paese". Non sono numeri sul pallottoliere, si tratta dei nostri genitori, zii e nonni.
Morti nascoste alla "Baggina"?
Il direttore del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, ha riorganizzato la struttura al volo stabilendo che sia la dottoressa Vasaturo a occuparsi d'ora in avanti della camera mortuaria, e ha chiesto di avere dettagli precisi sul numero delle salme e su ogni data di decesso. I corpi sotto i teli bianchi si moltiplicano nell'obitorio e le bare arrivano anche nelle chiese lombarde. C'è da capire se davvero ci sia stata una cattiva gestione del contagio da Coronavirus e se esistano, come conseguenza di questo, morti nascoste alla "Baggina" (come i milanesi chiamano il Trivulzio). E da verificare se, come denunciato da diverse rappresentanze sindacali, nella residenza per anziani (ne ospita fino a oltre 1000) sia stata taciuta una situazione più grave e scoraggiato l'uso di mascherine e guanti, derubricando i contagi a normali bronchiti. Altro punto critico: capire quanti anziani, forse già contagiati dal Covid-19, siano stati mandati a casa e in seguito morti.