Lo scandalo Mps investe i vertici della Massoneria: "Venerabilissimo Gran Maestro dimettiti". La lettera
"Ti si addebita una ipotesi di reato che appare lesiva della sensibilità sociale, particolarmente invisa alla pubblica opinione. Dimettiti, anche nel Tuo interesse"

E’ bufera ai vertici della Massoneria italiana. Al Gran Maestro Stefano Bisi è giunta infatti una lettera che lo invita a dimettersi. La missiva sarebbe stata inviata dal Gran Tesoriere del Grande Oriente d’Italia (Goi) Giovanni Esposito, in pratica il “ministro delle finanze” dell’organizzazione. Secondo quanto riporta Gianni Barbaceto sul Fatto Quotidiano, dietro la perentoria richiesta ci sarebbe la vicenda della sponsorizzazione della Mens Sana Basket da parte del Montepaschi di Siena.
Per quella questione Bisi “è imputato di ricettazione. Accusato di aver ricevuto prima del 2013, per almeno 24 mesi, una sorta di stipendio aggiuntivo mensile di 5mila euro pagato in nero da Ferdinando Minucci, il presidente della società sportiva” ai tempi della sponsorizzazione da parte della Banca senese. Il sodalizio aveva dettato legge nella pallacanestro nostrana vincendo di tutto per una decina d'anni, poi "era decaduta contestualmente al MPS che l’aveva sostenuta dal 2000 al 2014".
La lettera
Il contenuto della lettera inviata da Esposito a Bisi è tranchant, nonostante i toni di circostanza: “Carissimo Venerabilissimo Gran Maestro – si legge nel testo pubblicato dal Fatto – con vivo rammarico e grande preoccupazione ho appreso della richiesta di rinvio a giudizio formulata nei tuoi confronti. Con sgomento poi constato che Ti si addebita una ipotesi di reato che appare lesiva della sensibilità sociale, particolarmente invisa alla pubblica opinione, e che inoltre colloca i fatti nell’ambito di uno dei più grandi scandali della Repubblica negli ultimi decenni”. Il tutto si conclude con l’esortazione “dimettiti”.

(Il Gran Tesoriere Giovanni Esposito)
Logge divise
Bisi è Gran Maestro del Grande Oriente dal 2014 ed è vice direttore del Corriere di Siena. La richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti ha spaccato in pratica le logge. Da una parte c’è chi vorrebbe che appendesse il prestigioso grembiulino al chiodo e dall’altra chi raccoglie firme per esprimergli solidarietà. Per il Gran Tesoriere la permanenza del Gran Maestro in carica sarebbe imbarazzante. “Di quale autorevolezza – incalza Esposito – potresTi ora avvalerti per sospendere un Fratello che venga inquisito anche per gravi reati? (…) Purtroppo finora abbiamo lasciato trascorrere del tempo (…) Ma oggi la presunzione di innocenza non Ti può né ci può appagare, a fronte della fin troppo facile prevedibilità delle conseguenze che la Nostra Istituzione dovrà ulteriormente subire, oltre a quelle che già paga, se non interverrà la sola determinazione che la Tua saggezza non può non vedere come inevitabile: dimettiti, anche nel Tuo interesse”.

(Stefano Bisi, Gran Maestro Goi)
Un documento di solidarietà a Bisi
Dopo aver ribadito al Fatto Quotidiano di essere “estraneo ai fatti contestati” e di “non volersi dimettere”, Bisi dice di “ricevere espressioni di sostegno dai Fratelli di tutta Italia”, in un momento storico in cui il Goi “raggiunge il massimo degli iscritti”, circa 23mila. Bisi sostiene inoltre che “Esposito è completamente isolato”. Anche perché “un documento di totale solidarietà al Gran Maestro è stato sottoscritto dagli altri sei membri della Giunta” massonica. La dimostrazione che Stefano Bisi avrebbe ancora ottimi rapporti all'interno delle logge.
I rapporti del Gran Maestro
Stando a quanto si legge in un altro articolo del Fatto del 4 aprile 2016 Bisi avrebbe coltivato “relazioni molto intense” anche tra i politici, soprattutto tra quelli toscani di centrosinistra. “Per esempio con il presidente della Regione Enrico Rossi, e soprattutto con Luca Lotti, il più stretto collaboratore di Matteo Renzi e padrino politico del sindaco di Siena il renzianissimo Bruno Valentini”.
Ad avviso del quotidiano “da tali nuovi intrecci tra Massoneria e politica gli anti Bisi trarrebbero motivi di sospetto e starebbero ragionando sull’eventualità di una scissione” nel Grande Oriente. Un po’ come nel 1993, quando “il gran divorzio” portò alla nascita di una nuova Obbedienza alternativa, la Gran Loggia Regolare d’Italia.
In quell’occasione lo scisma fu dovuto alle vicende degli “intrecci tra politica e Loggia P2 e a quelle del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi”. Insomma, un brutto precedente.
