Omicidio Marangon, colpito da chi voleva contenerlo durante il rito. Irreperibile lo sciamano Benavides e l'assistente
Il curandero e musicista si racconta su YouTube, tra sciroppi, infusioni all’ayahuasca, pastiglie di cannabis
La sera in cui Alex Marangon è stato ucciso, gli ultimi ad averlo visto ancora in vita sono stati el curandero colombiano e sciamano Jhonni Benavides e il suo assistente. Chi ne abbia causato la morte, tuttavia, ancora non è chiaro. Le indagini però proseguono, e di ora in ora vengono raccolti elementi che stanno pian piano facendo luce sulla dinamica dell’omicidio. Ciò che sembra poter essere escluso è che il delitto sia scaturito al di fuori dal rito sciamanico. La famiglia sta seguendo da vicino le indagini con i suoi legali. L'ipotesi che sembrerebbe trovare maggiore credito tra chi gli era più vicino è invece che Alex sia stato colpito durante il rito. Magari da qualcuno che voleva contenerlo, dopo avere assunto sostanze legate al rituale. Il giovane potrebbe essere stato colpito con un bastone o con una pietra che comunque non sono stati ancora trovati.
Gli inquirenti hanno ascoltato tutte le persone presenti la notte della scomparsa di Alex, come anche altri soggetti informati sui fatti che avrebbero fornito definiti “utili alle indagini". La ricomposizione genuina del quadro in cui è maturato l'evento alla base del decesso del giovane è ormai completata e saranno le analisi tossicologiche sul corpo a fornire gli ultimi elementi necessari a completare lo scenario. I due "curanderi" che avrebbero seguito il ragazzo veneziano nel momento in cui si sarebbe allontanato dalla abbazia sconsacrata sono stati a loro volta interpellati, ma almeno per il momento a loro carico non vi sarebbero elementi tali da attribuire responsabilità penali.
Benavides e il suo assistente ora irreperibili
Benavides, che ha guidato l’incontro del 28 e 29 giugno organizzato nell’Abbazia di Santa Bona a Vidor, stando a quanto riportato sulle pagine di SkyTg24, sarebbe da qualche ora irreperibile, e allo stesso modo l’assistente medico. Benavides, attivo sui social, è una figura controversa che inneggia alle tisane, agli infusi all’ayahuasca (cui dedica anche una canzone). "Per me - dice - l’ayahuasca è una pianta maestra che ci dà l’opportunità di entrare in un campo informazionale per la nostra crescita personale. Nella mia forma di sentire questa medicina ha la capacità di unire tutte le arti della vita e ci insegna l’arte del buon vivere". Fare uso di questi infusi fa parte del vivere bene, secondo Jhonni. Lo stesso "bien vivre" che sarebbe stato replicato nella sera incriminata, in cui sarebbero stati il curandero e il suo assistente a vedere Alex per ultimi, raggiungendolo fuori. Non è chiaro se con Benavides e l’assistente ci fossero altre persone. Non viene escluso che l'aggressione violenta possa essere stata messa in atto da più persone disturbate dall'arrivo improvviso di Marangon sul greto del Piave. Smentita nel frattempo l'esistenza di un video acquisito dal sistema di sorveglianza comunale, nel quale si noterebbe la figura di Alex seguita da altre sagome nelle vicinanze del centro del paese.
La famiglia di Alex ora chiede silenzio
"La famiglia Marangon chiede un momento di rispetto e comprensione, sia per la difficoltà emotiva che caratterizza questo doloroso momento che per rispetto del segreto istruttorio che caratterizza queste delicatissime fasi di indagine - affermano in una nota gli avvocati Nicodemo Gentile, Piero Coluccio e Stefano Tigani, legali della famiglia del giovane -. Questo è per Sabrina, Luca e Giada il momento di concentrarsi sui preparativi per l'ultimo saluto da dare ad Alex e, se e quando ci sarà necessità di parlare con i media, saranno loro a farsi avanti. I signori Marangon ripongono nella Procura tutta la fiducia di cittadini e confidano nel fatto che la verità sulla morte del loro congiunto sia garantita quanto prima”.