Migliaia di pagine di chat e immagini esplicite: il dossier del "marchettaro" che fa tremare i preti
Prima la Curia di Massa Carrara, ora quella di Napoli. L'uso di denaro dei fedeli per i propri lussi e incontri omosessuali. E la "caccia" sui social

Lo fa solo per farsi pubblicità? Alla sua attività di escort che ha avuto diversi incontri sessuali con esponenti religiosi, al libro Il numero uno - Confessioni di un marchettaro uscito ormai da mesi? Può darsi. Più concretamente, il "marchettaro" Francesco Mangiacapra è l'uomo che paradossalmente sta portando a galla i comportamenti predatori e sfrenati dei prelati affamati di sesso. Denunciando l'immoralità di una Curia che grida alla moralità, alla difesa della famiglia "naturale" e alla vergognosità delle pratiche omosessuali. Persone legate alla lobby gay il cui potere ha grande peso all'interno della Chiesa (come dimostrato dall'ultimo capitolo del libro Peccato originale, di Gianluigi Nuzzi, da noi intervistato) e si oppone ai tentativi di riforma e di pulizia di papa Francesco.
Il dossier consegnato alla Curia
L'escort aveva già fatto scoppiare lo scandalo di don Luca Morini, detto "don Euro" per la sua abitudine di fare la bella vita tra alberghi e ristoranti di lusso che pagava con i soldi delle offerte dai fedeli, e incontri sessuali con giovani a cui prometteva in cambio un lavoro. Mangiacapra, che conosce bene l'ambiente degli incontri gay, aveva prima segnalato il comportamento di don Morini alla Curia di Massa, poi ai giornali. Fino all'apertura dell'inchiesta sul comportamento di "don Euro", ora rinviato a giudizio. Mangiacapra non si ferma qui. Ha preparato un nuovo dossier con oltre mille fra copie di chat (specie su Grindr, usata per incontri sessuali fra omosessuali, ma anche Telegram, Facebook e Whatsapp) e 50 nomi di preti coinvolti in pratiche sessuali molto distanti dalla moralità e dall'autocontrollo esemplare predicati dalla Chiesa. Francesco Mangiacapra ne fa una questione di rivalsa personale: la prostituzione ti toglie la dignità personale, dice, e lui va a riprendersela denunciando i preti che predicano castità, obbligati a non avere moglie né famiglia dalle regole ecclesiastiche, e poi scesi dal pulpito si infilano in chat e orge gay.
"Preghiamo, poi facciamo a tre. Ti va?"
E' Il Fatto Quotidiano a svelare in anteprima i contenuti di alcune chat fra religiosi e loro "prede". Ne citiamo solo qualche passo, tenendoci "stretti" perché il contenuto è piuttosto esplicito. Nel dossier presentato all'attenzione della Curia di Napoli, si leggono scambi tipo questo: "Preghiamo un po'....intendevo quando posso sc...? Vieni facciamo a tre, ti va?". L'interlocutore risponde: "Vieni al mio paese? Dov sc...?". E il religioso spiega: "Abbiamo una struttura privata, un eremo nella foresta". In un altro passaggio si legge: "Sotto il saio sei nudo?". In un altro ancora il prelato in chat dice al suo partner: "Se ti piacerà vorrei averti un intero giorno come uno schiavetto. Legato e ai miei ordini". Uno scandalo che non si arresta, come si vede e si legge.