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Bayesian, sul relitto operazione segreta degli 007: casseforti di Lynch svuotate prima dei soccorsi

Le autorità italiane sul relitto quando era già stato “ripulito” dall'MI6: i dati sensibili di Mike Lynch sarebbero stati prelevati in gran segreto

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Foto Ansa
Foto Ansa

Un’operazione lampo, invisibile e anticipatoria: secondo quanto rivelato da ambienti vicini alle indagini, il materiale informatico più sensibile appartenente a Mike Lynch, fondatore di Darktrace e figura chiave nei rapporti con l’intelligence occidentale, sarebbe stato rimosso dalle casseforti dello yacht affondato ben prima dell’intervento ufficiale delle autorità italiane. Computer, hard disk, memorie esterne e supporti criptati sarebbero stati prelevati in segreto dai servizi segreti britannici del MI6, che avrebbero agito in stretta autonomia a poche ore dal naufragio. La barca, affondata al largo di Porticello, era sotto la lente della procura di Termini Imerese, che ne aveva coordinato le operazioni di recupero. Tuttavia, al momento dell’ispezione, il contenuto delle casseforti potrebbe risultare ormai depotenziato: si teme che siano rimasti soltanto materiali di scarso valore investigativo.

Il ruolo dell'MI6 e la rete di contatti globali di Lynch

Il blitz non sarebbe stato né registrato né autorizzato ufficialmente. Secondo le ricostruzioni, gli 007 britannici sarebbero giunti sul relitto quando ancora la zona non era stata formalmente isolata. La priorità era una sola: mettere in sicurezza i dati di Lynch. Il manager non era infatti un nome qualsiasi: la sua azienda Darktrace, specializzata in cybersecurity, intratteneva rapporti con l’MI5, l’MI6, i servizi americani e persino quelli israeliani.

Il consiglio di amministrazione di Darktrace ha contato anche figure di altissimo profilo della sicurezza nazionale, tra cui ex dirigenti del GCHQ, del controspionaggio britannico e personalità legate all’intelligence statunitense. Una rete solida, che conferma quanto sia stata percepita come cruciale la salvaguardia del contenuto dei dispositivi appartenenti a Lynch.

Le casseforti svuotate prima dell’arrivo delle autorità

Gli investigatori italiani, coordinati dalla procura di Termini Imerese, rischiano ora di trovare casseforti completamente vuote o con contenuti irrilevanti. L’operazione segreta si sarebbe svolta senza alcuna documentazione ufficiale, impedendo alle autorità di visionare i supporti originali prima del loro prelievo.

“La scomparsa degli apparati è avvenuta in un tempo estremamente ridotto”, riferiscono fonti vicine al dossier. Nessun tracciamento, nessuna conferma formale: solo un’efficienza degna dei migliori servizi d’intelligence.

Un uomo chiave per i servizi occidentali (e un bottino per gli avversari)

Il coinvolgimento di Lynch in ambienti strategici della sicurezza informatica spiega il movimento frenetico dei servizi. Come conferma l’ex sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, oggi consulente in cybersecurity: “Quando si è saputo che Mike Lynch era su quella barca, l’intero ecosistema globale dell’intelligence si è allertato”.

“Era un uomo chiave per i servizi britannici, statunitensi e israeliani”, ha aggiunto Tofalo. Le implicazioni geopolitiche non sono di poco conto: “È chiaro che anche Cina e Russia considerano quei dischi un bottino di valore strategico incalcolabile”. Questo spiegherebbe l’estrema rapidità con cui i servizi occidentali avrebbero deciso di intervenire.

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