La Luiss "zittisce" il professor Orsini sull'Ucraina, i colleghi lanciano la petizione: "No alla censura"
Dopo un intervento a "Piazza Pulita" su La 7, nuova polemica con protagonista un docente universitario. Già quasi 700 firme a suo favore. L'analisi contestata
La guerra in Ucraina continua a mietere vittime nel campo della libertà di analisi e di pensiero, nel luogo dove più dovrebbe resistere e insistere: le Università. Non dell'Est Europa ma d'Italia. Dopo la "sospensione" delle lezioni sul letterato russo Fedor Dostoevskij, deciso dalla pubblica Università Bicocca di Milano, ecco che a seguire sulla scia della polemica e dei distinguo, con buona pace della libera formazione delle idee, è la prestigiosa Luiss (Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli). Sulla graticola del richiamo al "rigore scientifico dei fatti e dell’evidenza storica" è finito il direttore dell'Osservatorio di Sicurezza Internazionale del prestigioso ateneo privato con sede a Roma, Alessandro Orsini, reo di aver dato una versione dei fatti (e degli antefatti) sulla guerra nell'Est Europa, durante una puntata di Piazza pulita su La 7, evidentemente "diversa" rispetto alla narrazione gradita dall'Ateneo.
"In Italia clima di oscurantismo"
Un fatto ritenuto grave, al punto da scatenare la solidarietà di "colleghi e colleghe" che fanno partire su Petizioni.it una raccolta di firme a favore del professore - "No alla censura contro Alessandro Orsini" - che ha già totalizzato quasi 700 firme ed è rivolta alla ministra dell'Università, Cristina Messa.
Il docente, si legge nel testo, è stato censurato "per le sue analisi sulla guerra in Ucraina svolte a Sky Tg 24 e a Piazza Pulita su la 7. Le analisi di Orsini non hanno alcunché di censurabile - si legge ancora -. Si fondano su studi scientifici rigorosi e sulle più accreditate teorie delle relazioni internazionali. Esprimiamo la nostra solidarietà ad Alessandro Orsini e denunciamo il clima di oscurantismo che si sta diffondendo in Italia: un clima che rischia di colpire un numero sempre maggiore di colleghi, proprio nel momento in cui è vitale la presenza di studiosi dal pensiero libero e coraggioso", conclude la petizione.
La nota della Luiss
La Luiss però sembra dare una interpretazione diversa alle parole del professore. "Nel tragico contesto di una guerra, l’attività di analisi e ricerca di ogni centro, scuola, o dipartimento Luiss - si legge in una nota riportata dalle agenzie di stampa - diventa ancor più rilevante, richiedendo solida capacità di interpretazione e racconto del contesto geopolitico, equilibrio e capacità di dialogo con l’opinione pubblica". La Luiss, a questo proposito "reputa dunque fondamentale che, soprattutto chi ha responsabilità di centri di eccellenza come l’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale, debba attenersi scrupolosamente al rigore scientifico dei fatti e dell’evidenza storica, senza lasciar spazio a pareri di carattere personale che possano inficiare valore, patrimonio di conoscenza e reputazione dell’intero Ateneo".
Oltre la dura lettera di richiamo da parte del suo Ateneo, la firma di Orsini questa settimana non compare nella sua consueta rubrica sul Messaggero dal titolo "Atlante" che, sospesa, dovrebbe tornare - dice il giornale romano - il 12 marzo.
Se il Messico si alleasse con Putin gli Stati Uniti lo distruggerebbero
Ma quali sono le parole del docente capaci di scatenare l'intervento deciso e fermo del rettorato dell'Università internazionale per la quale dirige l'importante dipartimento? Incalzato dalle domande del conduttore Corrado Formigli - la puntata di Piazza pulita è andata in onda il 3 marzo - Orsini ha spiegato che, pur condannando l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, "possiamo uscire da questo inferno soltanto riconoscendo i nostri errori e gli errori dell’Unione Europea che sono molto grandi. La responsabilità militare è di Putin - ha detto -, ma quella politica è principalmente dell’Ue". Aggiungendo che "quello che fa ora Putin lo ha fatto Kennedy con Cuba nel 1962" e se "il Messico si alleasse con Putin gli Stati Uniti lo distruggerebbero assassinando il suo presidente, favorendo una guerra civile o sfondando il confine. Le grandi potenze hanno comportamenti largamente prevedibili, perché fanno le stesse cose da centinaia di anni".
Concetti questi ribaditi durante un intervento a Sky Tv 24 e rimpolpati nel corso di un collegamento con la Radio svizzera italiana, alla quale ha spiegato che "l’Ucraina è fondamentalmente persa" e che "l’unica via per salvare i civili è scendere a compromessi con Putin". Cosa che peraltro la diplomazia sta cercando faticosamente di fare. E negli ultimi giorni si segnano aperture in questo senso da entrambe le parti.