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Leonardo Caffo pigmalione moderno che ha vessato la ex. Motivi condanna: "Guidato da schema patriarcale e manipolatorio"

La donna, a causa delle pressioni psicologiche e delle continue umiliazioni, sarebbe arrivata a sentirsi insicura, inadeguata e colpevole per le proprie scelte.

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Leonardo Caffo pigmalione moderno che ha vessato la ex. Motivi condanna: 'Guidato da schema...
Leonardo Caffo

Leonardo Caffo, noto filosofo progressista e antispecista, è stato condannato a quattro anni di carcere per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi nei confronti dell'ex compagna. Il Tribunale di Milano, nella sentenza emessa dalla quinta sezione penale, ha descritto il suo comportamento come quello di un "Pigmalione moderno", caratterizzato da una volontà manipolatoria costante, radicata in schemi patriarcali inaccettabili.

Le accuse e la sentenza

Secondo i giudici Alessandra Clemente, Valerio Natale e Maria Pia Bianchi, dall'istruttoria processuale sono emersi atteggiamenti reiterati di sopraffazione, manipolazione e violenza, che avrebbero condizionato la vittima dal 2019 in un crescendo di abusi. La donna, a causa delle pressioni psicologiche e delle continue umiliazioni, sarebbe arrivata a sentirsi insicura, inadeguata e colpevole per le proprie scelte.

Tra gli episodi più gravi, il tribunale ha evidenziato un litigio nell'agosto 2020 che si sarebbe concluso con una frattura scomposta e un accorciamento del dito della vittima. Gli insulti, le offese e il tentativo di farla sentire inferiore anche in pubblico erano, secondo la corte, abituali e sistematici.

Manipolazione e violenza: il profilo tratteggiato dal tribunale

Il tribunale ha sottolineato come la condotta di Caffo non si limitasse alla relazione di coppia, ma si estendesse anche al contesto sociale: una capacità manipolativa esercitata non solo sulla vittima, ma anche su chi la circondava. Questo comportamento avrebbe portato la donna a rispondere, in alcuni casi, con reazioni violente, adottando lo stesso registro comunicativo aggressivo dell'imputato. La sentenza conferma la gravità delle accuse e rafforza il dibattito sul ruolo della violenza psicologica e della manipolazione emotiva nelle relazioni tossiche.

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