Le Korai di Mattia Bosco al Parco archeologico del Colosseo
Roma, 11 dic. (askanews) - Antico e contemporaneo dialogano e si intrecciano, senza perdere le rispettive identità, ma con un esito armonico. La mostra "Korai" ha portato negli spazi del Tempio di Venere e Roma, nel Parco archeologico del Colosseo, le sculture di Mattia Bosco, che ha dato una forma nuova all'idea stessa della rappresentazione della figura femminile. Il curatore della mostra, Daniele Fortuna: "Nella loro serialità, nel loro essere simili dal punto di vista formale - ha detto ad askanews - sono tutte completamente diverse, perché è proprio la materia che le rende uniche.
E infatti nessun'altra di queste sculture potrà avere le stesse venature del marmo, e si tratta di marmi molto pregiati perché di marmi pregiati era interamente ricoperta la cella della dea Roma in età romana".Uscendo poi verso il Colosseo, l'intervento di Bosco si fa più aspro e implicito, ma porta anche una vena, è il caso di dire, più luminosa. "In questa parte - ha aggiunto Fortuna - si trovano delle sculture realizzate sempre da Mattia Bosco, ma con una tecnica diversa: è come se l'artista partisse dal blocco di marmo intero per ricavare da esso un'anima e in questo caso l'anima è una vena d'oro e quindi si tratta della scoperta e della meraviglia per quello che c'è all'interno del blocco di marmo".Anche a livello di materiali, oltre che di sensibilità scultorea, le opere di Bosco si inseriscono nel contesto archeologico attivando un dialogo che prova a superare il tempo. Aperto al pubblico fino al 14 gennaio 2024, il progetto è promosso dal Parco archeologico del Colosseo, dalla galleria d'arte Atipografia diretta da Elena dal Molin, e da ArtVerona.