La strage della funivia sul Faito: si indaga per disastro colposo. La rabbia dei parenti
Verifiche sui freni e sul cavo spezzato. Lo zio di Janan: "Vanno individuate le responsabilità". Condizioni critiche ma stabili per l'unico sopravvissuto
La Procura ha avviato un'indagine contro ignoti con le ipotesi di reato di disastro colposo e omicidio colposo plurimo per l'incidente alla funivia sul Faito. Quattro le vittime; una quinta persona coinvolta nel disastro, un giovane israeliano di 23 anni è ancora ricoverata all'ospedale in prognosi riservata. Gli inquirenti aspettano i risultati degli esami autoptici sui corpi delle vittime per ottenere indicazioni utili a chiarire la dinamica dell'accaduto. La polizia sta raccogliendo anche le testimonianze dei sopravvissuti: sia dei passeggeri presenti nella cabina a valle che dei residenti nella zona. Secondo le prime ricostruzioni la cabina più a monte dove viaggiavano le vittime, è scesa a valle a gran velocità e si è schiantata contro un pilone, prima di precipitare nel vuoto. Il freno di emergenza non è entrato in funzione. Cosa che invece è servita a salvare la vita di nove persone che si trovavano a bordo della seconda cabina della funivia. Per questo si stanno facendo verifiche sui freni e sul cavo spezzato.
Condizioni critiche ma stabili per l'unico sopravvissuto
Condizioni critiche ma stabili per Thaeb Suliman, il 23enne arabo israeliano unico sopravvissuto all'incidente sulla funivia del Faito. Il giovane è ricoverato nell'ospedale del Mare di Napoli, dove oggi l'equipe medica valuterà la temporanea sospensione della sedazione per procedere alla valutazione neurologica. Il giovane è attualmente ventilato meccanicamente in sedazione profonda.
Lo zio di Janan: "Vanno individuate le responsabilità"
"In questi casi non ci sono parole. Ringrazio le autorità italiane e auspico che siano individuate le responsabilità". A parlare è Loei Arafat, lo zio della giovane farmacista arabo-israeliana Janan Suliman morta nell'incidente della funivia del Faito e del fratello Thabet, rimasto gravemente ferito e ricoverato all' ospedale del Mare, a Napoli. Giunto nella serata di ieri in Italia l'uomo si è recato dapprima all'obitorio di Castellammare di Stabia e successivamente al commissariato di polizia. Loei Arafat, che ha studiato in Italia (si è laureato a Macerata nel 1997), dice di aver sentito i nipoti una settimana fa: "I loro genitori non sono venuti in Italia perché sono rimasti accanto agli altri figli", spiega.