"Il lago di Bracciano è malato: compromessi equilibri delicatissimi"
Il professor Loreto Rossi dell'Università la Sapienza di Roma spiega cosa sta accadendo al lago che disseta la Capitale e quali rischi corre l'ecosistema

"Ecco, vede questi colori? Indicano l'incidenza degli input azotati lungo il perimetro del lago: quelli verde-azzurro misurano gli effetti dei concimi utilizzati in agricoltura, il giallo segnala una gamma moderata di impatto organico, il rosso indica un'alta gamma di impatto, legata alla massiccia presenza dell'uomo". Il professor Loreto Rossi, ordinario di Ecologia presso il Dipartimento di Biologia Ambientale dell'Università la Sapienza di Roma, è un'autorità nello studio dell’ecologia delle acque ,, e sul tema vanta una vasta gamma di pubblicazioni scientifiche. Fra queste, c'è uno studio sulla dinamica dei nutrienti azotati nel lago di Bracciano, inestimabile gioiello naturalistico nel compendio ambientale a nord di Roma. Rossi parte proprio da questo studio per spiegare cosa sta succedendo al lago, che sta riducendo il proprio livello delle acque a vista d'occhio a causa della concomitanza fra un inverno siccitoso e gli imponenti prelievi effettuati per uso irriguo e potabile . Il problema è che il lago è oggi la principale fonte di approvvigionamento idrico della Capitale e di numerosi comuni dell’interland romano , in base ad una convenzione del Ministero dei Lavori Pubblici che autorizza Ato2 a prelevare una quantità minima di acqua fissata in 1.100 litri al secondo, fino a un massimo "in casi eccezionali" di 5.000 l/s. Oggi Ato2 afferma di aver ridotto i prelievi a 700 litri/sec ma per il recupero del lago questo intervento è sicuramente di scarsa entità.
Perchè partiamo da questo studio professore?
"Perchè in un'ecosistema complesso come quello del lago esistono equilibri delicatissimi: basta poco per alterarli e per far saltare le percentuali ottimali dei carichi di azoto. Lo studio evidenzia come l'intensificazione dell'uso e dell'urbanizzazione dei terreni agricoli aumenta i carichi nutrizionali negli ecosistemi acquatici. Con l'abbassamento del livello dell'acqua l'incidenza del fattore antropico non piò che accentuarsi determinando un incremento dell'inquinamento".
"Attualmente il lago sta scendendo ben oltre la soglia di guardia, e questo rischia di far saltare gli equilibri", prosegue il professore. "Il genio civile aveva stabilito che il lago potesse dimunuire di livello fino a un metro e mezzo rispetto al ciglio di tracimo , che corrisponde al livello di ingresso del fiume arrone (circa 164 mt slm) , oltrepassato il quale l'acqua si scarica direttamente al mare. Ora ci troviamo un metro e settanta sotto quel punto, pertanto il sistema dei prelievi dovrebbe essere assolutamente sospeso".
Però questo non è possibile, perchè di fatto negli anni il lago è diventato la principale fonte di approvigionamento di acqua potabile della capitale e dei centri limitrofi.
"L'accordo con Acea, nel lontano 1990 era nato sul presupposto che il compendio di Bracciano dovesse fungere come fonte di riserva in caso di annate particolarmente aride, in cui si prevedeva l'accesso in via secondaria al prelievo sul lago in caso di indisponibilità di altre fonti di approvigionamento. Oggi però siamo nella condizione in cui alla siccità generalizzata si aggiunge l'aumento del consumo, perchè l'urbanizzazione attorno alla capitale negli ultimi vent'anni ha ampliato il bacino di utilizzo. E questo non era nei patti".
Quali sono i pericoli per il lago in questo momento?
Il primo effetto transitorio è apparentemente positivo, perchè l'abbassamento delle acque determina l'aumento di superficie utile per lo sfruttamento turistico. Però si va a perdere una striscia di 10 o 20 metri, lungo tutto il perimetro del lago, che è fondamentale perchè in quella striscia si realizza il fenomeno della denitrificazione. La denitrificazione è un fenomeno per cui i sali ammoniacali vengono trasformati in diverse forme azotate fino a riportarle ad azoto atmosferico. Faccio un esempio: se muore un pesce, la sua decomposizione non incide minimamente nella qualità delle acque perchè i meccanismi di trasformazione sono molto efficienti e le proteine di cui è composto vengono rapidamente convertite in azoto atmosferico. Nell'acqua dunque non resteranno sali azotati nocivi. Ora questo meccanismo rischia di andare rapidamente in crisi. Il risultato è che ai primi caldi, il lago andrà incontro, inesorabilmente ad un fenomeno di eutrofizzazione. Ne aprofitteranno alcuni organismi, anzitutto le alghe, che inizieranno a crescere senza controllo, causando perdita di ossigeno in atmosfera, per la ridotta solubilità del gas in acqua ad alta temperatura, e fenomeni di putrefazione".
"Mantenere una denitrificazione efficiente è fondamentale non solo dal punto di vista ambientale. I suoi vantaggi sono misurabili anche economicamente, perchè garantiscono la potabilità dell'acqua senza bisogno di trattamenti preventivi di purificazione se non quello di igenizzazione col classico cloro".
Di che cifre stiamo parlando?
"Il calcolo economico è presto fatto, facciamo un esempio: Ato 2 può estrarre fino a 1500 lt a sec. Mille litri equivalgono a un metro cubo, che viene venduto al costo di un euro/mc. Se questo euro lo moltiplichiamo per 3600 secondi in un'ora e poi per 24 ore e poi per 365 giorni si comprende il peso del risparmio economico che comporta l'equilibrio dell'ecosistema del lago. Insomma, mantenere il lago in salute conviene. Anche ad Acea".
Nell'immediato che soluzioni si possono adottare?
"Bisognerebbe ottimizzare almeno gli sprechi e tentare di ricondurre al lago le acque che attualmente passano per il depuratore di Anguillara e da lì vengono fatte confluire attraverso il fiume Arrone al mare. Quelle acque, invece, andrebbero riconvogliate nel lago dopo profonda depurazione (purtroppo l’inquinamento costa molto ai contribuenti). Già invertire questa tendenza sarebbe importante. Siamo di fronte ad un' emergenza ambientale predetta. Poche settimane fa Acea ha dichiarato che di qui all'estate le acque del lago potranno abbassarsi ancora di 30 centimetri. Se le cose stanno così andremo incontro a un disastro ambientale".