L’operazione antimafia in Sardegna all’origine delle indagini che hanno portato alla cattura di Graziano Mesina
I covi, i trasferimenti e la cattura, l'unione Sarda ha pubblicato alcuni stralci delle intercettazioni che hanno facilitato l'arresto dell’ex latitante sparito a luglio del 2020 dopo che era diventata definitiva la condanna a 24 anni

Tra le persone arrestate nell’ambito dell'operazione del Ros sugli intrecci tra associazioni criminali e istituzioni in Sardegna, spicca il nipote dell'ex Primula rossa del banditismo sardo, Tonino Crissantu, insieme ad altri personaggi della criminalità orgolese, già vicini all'Anonima sequestri. Un grosso aiuto alle indagini è arrivato dalle intercettazioni delle conversazioni tra il primario di Cagliari Tommaso Gerolamo Cocco, Crissantu e Nicolò Cossu (noto Cioccolato). Le informazioni recuperate in tal modo hanno hanno consentito agli inquirenti di individuare la zona in cui si rifugiava il latitante fino ad arrivare alla cattura.
Mesina nascosto nel cofano
L’Unione Sarda ha pubblicato alcuni stralci delle intercettazioni che hanno facilitato la cattura dell’ex latitante sparito a luglio del 2020 dopo che era diventata definitiva la condanna a 24 anni "Aspetta, aspetta Ma... mi hai fracassato le ossa". A parlare è Graziano Mesina che nel primo pomeriggio del 16 novembre del 2021 esce dal cofano dell’auto condotta da Mario Floris, incaricato del trasferimento del latitante dal luogo dove si era nascosto nelle campagne di Bono a Desulo, dove poi sarà catturato nella notte tra il 17 e iol 18 dicembre
I covi, i trasferimenti e la cattura
I carabinieri erano certi di aver agganciato Mesina grazie agli indizi lasciati da Nicolò Cossu e dal nipote del bandito, Tonino Crissantu, ritenuti dagli investigatori coloro che hanno organizzato e gestito in tutti quei mesi la fuga dell’ex Primula rossa del Supramonte. Uno dei covi individuati è l’ovile di Bono condotto da Antonio Fadda, dal quale Mesina viene trasferito il 16 dicembre per arrivare a Desulo. Il prelievo e il trasferimento è di mattina, Floris è insieme a Marteddu. Da quel momento l’ex Primula rossa viene affidata ai desulesi. Il primo covo è in una casa di via Roma di Giuseppe Paolo Frongia, dove Mesina rimane sino al 14 dicembre. A casa di Antioco Gioi e Basilia Puddu, dove Mesina sarà arrestato, ci arriva solo quattro giorni prima del blitz, aiutato da Raffaele, Anna e Salvatore Gioi.
Un bandito “guardia del corpo” dell’assessora
L’associazione di stampo mafioso smantellata dal Ros oltre a organizzare la latitanza di Grazianeddu ha offerto anche una sorta di "servizio d'ordine", in occasione di una manifestazione della Coldiretti, in piazza a Cagliari, rispetto alla quale l'allora assessora dell'Agricoltura Gabriella Murgia - temeva contestazioni: "Puoi immaginare… con questi… animali", si legge nelle intercettazioni. L'ordinanza rileva che "si tratta di una 'protezione' rivolta ad una carica istituzionale non dalle forze dell'ordine ma da un soggetto pluripregiudicato”.
Il ruolo del dirigente medico
Il nome del medico spunta più volte all'interno delle 407 pagine di ordinanza di custodia cautelare. Era lui che organizzava gli incontri all'interno dell'ospedale Binaghi, anche in tempo di restrizioni per la pandemia. "Le intercettazioni hanno documentato - si legge nell'ordinanza - i suoi strettissimi lega mi con gli altri indagati Nicolò Cossu e Tonino Crissantu (nipote di Graziano Mesina) ma anche con l'orgolese Giovanni Antonio Mesina noto "Toroneddu" e Giovanni Mercurio: è lui a promuovere e favorire i contatti con esponenti del mondo della politica, ambiente ove egli è persona ben introdotta". E indica come contati il nome dell'ex assessora Murgia "e il consigliere regionale Giovanni Satta". Il Gip poi spiega che "dalle attività intercettive, e per sua stessa ammissione, risulta che egli apparterrebbe all'Obbedienza Massonica del Grande Oriente d'Italia", confessando al telefono che "tra fratelli ci si aiuta e molte volte ci si aiuta anche attraverso degli affari illeciti ok?".