Insulta arbitro donna, "vai a fare la prostituta". Le offese urlate dalla madre di un giocatore in gara di basket
L’episodio si è verificato a sei minuti dalla fine del match tra Motta e Feltre, dopo alcune decisioni arbitrali che avevano penalizzato il figlio della tifosa.

Durante un incontro di pallacanestro di Serie D a Motta di Livenza (Treviso), una giovane arbitra è stata vittima di un grave episodio di sessismo. Una spettatrice, madre di un giocatore della squadra di casa, ha urlato frasi offensive nei confronti della direttrice di gara, tra cui: "Vai a fare la prostituta, vai a casa". L’accaduto si è verificato l’8 marzo, giornata internazionale della donna, rendendo l’offesa ancora più grave.
Arbitra in lacrime, partita sospesa
L’episodio si è verificato a sei minuti dalla fine del match tra Motta e Feltre, dopo alcune decisioni arbitrali che avevano penalizzato il figlio della tifosa. La giovane arbitra, una ventenne della sezione di Padova, ha interrotto il gioco in lacrime e la partita è stata momentaneamente sospesa per circa venti minuti. Il secondo arbitro, un uomo, l’ha confortata fino a quando si è sentita pronta a riprendere. La gara è poi terminata con la vittoria della squadra di casa.
La reazione delle istituzioni e del mondo sportivo
L’autrice degli insulti è stata identificata, ma al momento non risultano provvedimenti nei suoi confronti né una denuncia da parte dell’arbitra. Il presidente della Federazione Regionale Arbitri FIP, Antonio Florian, ha espresso la sua vicinanza alla giovane, sottolineando che il suo dolore era più per l’oltraggio alla Festa della Donna che per l’attacco personale.
La società Pallacanestro Motta ASD ha preso fermamente le distanze da quanto accaduto, ribadendo il proprio impegno per il rispetto e l’inclusione nello sport. A conferma di questa posizione, ha lanciato il progetto "Me Gusta Fare l'Arbitro", con lo slogan "Se fossi tuo figlio, mi urleresti contro?", un’iniziativa volta a tutelare i direttori di gara.
Zaia: "Vergogna per chi insulta, orgoglio per l’arbitra"
Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è intervenuto condannando l’episodio: "Se un giovane arbitro donna viene fatto segno di insulti sessisti da parte di un'altra donna, significa che dobbiamo prendere atto con sconcerto che ci sono situazioni nelle quali non esiste più nemmeno la vergogna. Si vergogni invece chi ha proferito quelle offese e sia orgogliosa di sé stessa la giovane arbitra, alla quale va tutta la mia solidarietà."
Riflessioni sulla violenza verbale nello sport
L’accaduto riaccende il dibattito sulla violenza verbale negli impianti sportivi e sul sessismo nello sport. Episodi di questo tipo dimostrano quanto sia ancora necessario sensibilizzare il pubblico e garantire un ambiente sicuro e rispettoso per tutti gli arbitri, indipendentemente dal genere.