Il volo a 120 km orari e lo schianto letale da 40 metri di altezza, cosa sappiamo dell’incidente costato la vita a Ghizlane Moutahir
La 41enne aveva raggiunto la Valtellina, e l'impianto Fly Emotions, con la famiglia. Il dramma sotto gli occhi delle nipoti che hanno ripreso tutto. Il video acquisito dalla Procura di Sondrio

La terribile sequenza dell'incidente all'impianto sportivo Fly Emotion nel quale domenica, nel primo pomeriggio a Bema, in Valtellina, ha perso la vita una turista di nazionalità marocchina di 41 anni, Ghizlane Moutahir, residente a Oliveto Lario (Lecco), è immortalata in un filmato effettuato da una delle due nipoti della vittima. Poco prima le ragazze, insieme, avevano provato pure loro nell'impianto l'ebbrezza adrenalinica del volo sulla fune sospesa nel vuoto a 230 metri d’altezza, volando a 120 chilometri orari da Albaredo per San Marco al piccolo borgo sulle Orobie di Bema. Poi l'esperienza era toccata alla zia e una delle nipoti ha filmato il volo della donna sino al momento in cui si avvicinava alla stazione di arrivo, dove si è verificata la tragedia con la caduta nel dirupo della parente.
La Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, nell'ambito dell'indagine dei carabinieri di Morbegno aperta per fare piena luce sul drammatico incidente ha acquisito il video. Le immagini potrebbero aiutare a comprendere cosa sia realmente avvenuto in quei momenti, poco prima della caduta nel dirupo della turista marocchina. La donna era coniugata, senza figli e senza lavoro.
Tra le ipotesi la rottura delle cinghie o un errore nell’indossare l’attrezzatura alla partenza. Improbabile che possa essersi staccata da sola, forzando i sistemi di sicurezza. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Morbegno, la donna era arrivata a una ventina di metri dalla stazione di arrivo a Bema, quindi sulla prima delle due tratte, quella tra Albaredo per San Marco e Bema, e si trovava a 40 metri d'altezza quando si è fermata, forse perché era troppo leggera. A questo punto potrebbe essersi spaventata e aver tolto i piedi dalle staffe di sicurezza e poi, forse perché l'imbracatura era larga, è scivolata nel vuoto. E' rotolata nei boschi sottostanti, morendo sul colpo.
I primi ad arrivare sul posto sono stati i sanitari del 118 con un'ambulanza della Croce Rossa, ma l'hanno trovata già senza vita. Subito dopo è arrivato l'elisoccorso da Sondrio con un medico che ha constatato il decesso. I tecnici del Soccorso Alpino e i vigili del fuoco hanno quindi recuperato il cadavere della donna. Indagano i carabinieri. La Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, ha disposto il sequestro dell'impianto, dei capi d'abbigliamento indossati dalla vittima e dell'imbracatura. Dopo il sopralluogo del magistrato di turno, Stefano Latorre, è stata rimossa la salma recuperata nel dirupo e i magistrati hanno già deciso che sarà effettuata l'autopsia sul corpo della donna.
L'indagine, alle battute iniziali, punta innanzitutto a stabilire se l'imbracatura fosse stata fatta indossare in modo corretto alla turista lecchese. La 41enne, sposata e senza figli, si trovava in Valtellina per una giornata all'insegna del divertimento e del relax insieme ad alcuni familiari, tra cui le due nipoti. Le ragazze avevano appena terminato la traversata in coppia, poi la zia è partita da sola. Attorno alle 12.20 la tragedia, ancora senza risposte. Appena avuta la notizia del drammatico incidente, l'amministratore delegato di Fly Emotion, Matteo Sanguineti, si è messo in auto per raggiungere Bema.
"Siamo sconvolti e increduli - commenta Matteo Sanguineti, amministratore della società -. In 13 anni, da quando nel 2011 l'impianto è stato inaugurato, non è mai successo niente di vagamente paragonabile, nell'impianto hanno volato oltre 200 mila persone, molti dei quali turisti in vacanza in Valtellina. Il mio primo pensiero va alla vittima e ai suoi familiari, a cui esprimo il più profondo cordoglio. Siamo a disposizione dell'autorità giudiziaria e noi per primi cercheremo di capire cosa possa essere successo".