Omicidio Scialdone, confermato il carcere. I ristoratori si difendono ma dagli atti nessuna chiamata alla Polizia
Intanto la Procura di Roma contesta anche la premeditazione a Costantino Bonaiuti, il 61enne che ha ucciso Martina Scialdone a colpi di arma da fuoco
Resta in carcere Costantino Bonaiuti, l'uomo che venerdì ha ucciso l'avvocatessa Martina Scialdone, con cui aveva avuto una relazione. E' quanto ha deciso il gip di Roma al termine dell'udienza di convalida disponendo il carcere per il 61enne. L'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei confronti dell'indagato la Procura di Roma contesta l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili e abbietti motivi.
Era in cura per difficoltà psicologiche
"C'è stato un ritardo generalizzato, pare che la ragazza si sia recata con le proprie forze a chiedere aiuto dopo l'aggressione ma pare non abbia ricevuto nessun sostegno. Non c'è stata nessuna premeditazione - aggiunge il difensore - era un rapporto consenziente tra due persone: non si tratta di omicidio volontario o preterintenzionale, è stato il tragico errore di un soggetto che forse voleva porre fine alla propria vita e che invece soffrirà per sempre. Le difficoltà psicologiche e psichiatriche del mio assisto sono certificate. Era seguito da un centro per una forma depressiva ma non è questa patologia che ha dato luogo all'evento perché era assolutamente controllata. Lui ha avuto sempre un rapporto cordiale con questa persona, tanto è vero non ci sono mai state denunce o querele".
"Non voleva ucciderla, aveva istinto suicida"
"La pistola è stata tirata fuori per fare del male a se stesso: il colpo è partito e collima con le lesioni mortali che ha riportato la vittima ma non c'era l'intento di uccidere", spiega il legale. Per l'indagato il gip ha convalidato l'arresto. Secondo il difensore del 61enne il colpo è "partito accidentalmente un colpo tant'è dall'esame del medico legale testimonia che ha avuto una traiettoria dall'alto verso il basso verso all'alto. Questo può significare solo una cosa: non c'era l'intento di uccidere da parte dell'indagato. La donna è stata colpita alla spalla destra".
"Dagli atti non emerge alcuna chiamata alle forze dell'ordine"
E' quanto sostiene Taglialatela, avvocato di Costantino Bonaiuti, l'uomo che venerdì sera ha ucciso l'avvocatessa Martina Scialdone. "Quella sera c'è stata una litigiosità e se fosse stata interrotta repentinamente tutto sarebbe rientrato nella norma" aggiunge il difensore affermando che in questa fase dell'indagine non "è stata confermata la patologia tumorale" di cui sarebbe afferro l'indagato ma sono state confermate delle gravi patologie polmonari, cardiovascolari e psicologiche. Il giudice non ritiene che possano essere invalidanti rispetto alla detenzione in carcere ma ha predisposto una sorveglianza massima da parte dei sanitari del carcere Regina Coeli".
Le accuse a clienti e ristoratore
E per questo in tanti in queste ore sui social hanno puntato il dito sia contro i clienti sia, soprattutto, verso i dipendenti e i titolari del ristorante, rimasto oggi chiuso per esprimere la massima vicinanza ai familiari e agli amici della vittima. "Quando lei è entrata in bagno il proprietario invece di darle una mano le ha detto di andare fuori per non disturbare i clienti", ha raccontato un testimone ai microfoni del Tg3.
La smentita
Ma staff e camerieri smentiscono e anzi si difendono: "Martina non è mai stata cacciata via dal bagno del nostro locale, è uscita da sola e tutti eravamo ormai convinti che l'uomo si fosse dileguato perché ormai aveva abbandonato il ristorante. Anzi, noi abbiamo tentato di proteggerla. Poi anche lei è andata via: la povera ragazza è stata uccisa a un centinaio di metri dal nostro locale, solo dopo essere stata colpita è tornata indietro ferita e noi ci siamo immediatamente attivati per soccorrerla". E' quanto hanno riferito, ai commercianti di zona, alcuni ragazzi che lavorano nel locale Brado a Roma.
Una cliente tentò di rianimarla
Si legge poi sulla pagina Facebook del ristorante: "Oggi e domani rimarremo chiusi per esprimere la massima sensibilità a familiari e amici della vittima. Ci teniamo a ringraziare i nostri clienti che hanno collaborato per calmare la situazione e che hanno potuto appurare che abbiamo fatto tutto il possibile allertando le autorità sin dal primo momento. Ringraziamo inoltre in modo particolare una nostra cliente che avendo competenze mediche ha tentato immediatamente di rianimare e dare soccorso alla ragazza". Lo staff del locale ha anche precisato: "Ci siamo resi totalmente disponibili a collaborare con le forze dell'ordine che stanno ancora svolgendo le necessarie indagini in merito all'accaduto".