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Dalle armi a una politica di solidarietà: per la pace papa Francesco punta sul genio delle donne

L’Atto di consacrazione alla Madonna esprime con la preghiera la necessità di un cambio radicale geopolitico che il papa affida specialmente alle donne

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
Papa Francesco
Papa Francesco (Foto Ansa)

Per uscire dalla vecchia logica del potere che dopo la guerra in Ucraina ne metterà sempre altre in cantiere sui vari scacchieri del pianeta, papa Francesco propone una pace alternativa a quella sempre incerta garantita dalle armi e dalla violenza. Lui sogna per il mondo il passaggio da una geopolitica egoistica di potenza a una politica di solidarietà e di cura verso il creato e nei confronti dell’umanità. Per realizzarla confida e affida questo compito al genio delle donne: un sogno realistico a mano a mano che le donne prenderanno nella società il ruolo che loro spetta. Due sono i passaggi chiari di questa logica alternativa del papa alle politiche dei governi finora emerse in questo frangente drammatico: l’atto di consacrazione del mondo al cuore immacolato di Maria con speciale menzione di Russia e Ucraina e l’incontro di Francesco con una folta delegazione del Centro Italiano Femminile (Cif).

Il discorso alle donne del Centro Italiano Femminile

A queste donne, emblema simbolico di tutte le donne del mondo, Francesco ha esposto le sue convinzioni controcorrente rispetto alle politiche vigenti, ormai insufficienti a risolvere i gravi problemi di giustizia e di pace di larghe maggioranze popolari. In linea si pone anche l’atto di consacrazione alla Madonna, da lui inserito nel contesto della celebrazione penitenziale. Atto che supera la dimensione devozionale come è stato nel passato, e impegna quanti credono nel valore della preghiera a farsi carico attivo del superamento della guerra quale strumento per dirimere le divergenze. Passare stabilmente dalla logica del conflitto e della guerra alla logica della fraternità e dell’incontro uniche garanzia di pace. Alcuni passaggi della preghiera di consacrazione e dell’incontro con il Cif, forse non a caso avvenuto alla vigilia dell’atto di consacrazione, chiariscono limpidamente la convinzione incrollabile di Francesco sulla necessità di cambiare radicalmente le politiche attualmente prevalenti nel mondo. Lo schema politico attuale è quasi fatalista rispetto alla possibilità di uscire dal rapporto aggressore-aggrediti.

La logica della fraternità

Francesco chiede di partire invece dalla logica della fraternità presa sul serio e in termini coerenti. Per questo le sue parole possono giudicarsi con scetticismo e polarizzare lo scontro anziché l’intesa poiché le passioni sono spinte all’estremo. La verità e l’obiettività sono scomode per tutti. “Care amiche - ha detto Francesco in un lungo passaggio del discorso al Cif che resterà storico - è ormai evidente che la buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, ma solo da una cultura della cura, cura della persona e della sua dignità e cura della nostra casa comune. Lo prova, purtroppo negativamente, la guerra vergognosa a cui stiamo assistendo. Penso che per quelle di voi che appartengono alla mia generazione sia insopportabile vedere quello che è successo e sta succedendo in Ucraina. Ma purtroppo - ha specificato - questo è il frutto della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica.

L'ira per l'acquisto di armi

La storia degli ultimi settant’anni lo dimostra: guerre regionali non sono mai mancate; per questo io ho detto che eravamo nella terza guerra mondiale a pezzetti, un po’ dappertutto; fino ad arrivare a questa, che ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero. Ma il problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno “scacchiere”, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri. La vera risposta dunque non sono altre armi, altre sanzioni. Io mi sono vergognato quando ho letto che non so, un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia! La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare”.

Il concorso del genio femminile

Sarà determinante il concorso del genio femminile per farlo saltare nel tempo. L’alleanza preferenziale del papa con le donne per un cambiamento radicale della geopolitica è adombrata anche nella preghiera di consacrazione, non a caso rivolto al Cuore immacolato di Maria, modello alternativo per eccellenza dell’umanità. Questa donna ha accettato di condividere come nessun’altra donna la sua esistenza con quella di Gesù. Con lui ha inaugurato un progetto radicalmente alternativo alla vita egoista del potere. Nel canto del Magnificat Maria disegna una storia alternativa rispetto alla trama dei potenti. Pertanto non solo esprime l’aspirazione di donna ma è un esempio per tutte le donne.

Merita l’invocazione dell’umanità per un mondo diverso, specialmente nei momenti tragici della storia. Nel pensiero di Francesco, chiedere il suo aiuto si accompagna con il proposito necessario di iniziare una vita nuova orientata alla giustizia e alla fraternità. Questa visione della vita e della storia è ricamata come un grande affresco nell’Atto di consacrazione, molto concreto e attuale. “Noi – recita la preghiera letta da Francesco nella Basilica Vaticana nel tardo pomeriggio del giorno festivo dell’Annunciazione - abbiamo smarrito la via della pace.

Le tragedie del secolo scorso

Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi.

La preghiera del Papa per la pace

E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore! Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza…In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci.… oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità.  Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno. Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica. Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra. Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo. Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono. Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare… E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata… Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te.

Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria. Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace”. Se l’Atto di consacrazione è un impegno a cambiare radicalmente, la preghiera di Francesco resterà aspirazione consolatoria o diventerà seme di conversione della geopolitica attuale?

 

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