Non Una di Meno in piazza: il grido contro la violenza di genere e il patriarcato
"Cortei a Roma e Palermo per ricordare che la violenza sulle donne non è un’emergenza, ma una piaga strutturale"
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre, migliaia di persone hanno partecipato ai cortei organizzati dal movimento femminista e transfemminista "Non Una di Meno". A Roma, la marcia è partita da piazzale Ostiense e ha attraversato il centro cittadino fino a piazza Vittorio, coinvolgendo una moltitudine di voci contro la cultura patriarcale e maschilista che alimenta discriminazioni e violenze.
"Il patriarcato esiste e continua a ucciderci"
“Siamo in piazza per ribadire che la violenza sulle donne non è una questione emergenziale, ma una dimensione strutturale”, ha spiegato Carlotta, portavoce di Non Una di Meno. Dall’inizio dell’anno, i femminicidi in Italia sono stati 104, un dato che il movimento definisce la "punta dell'iceberg". Dietro di esso si celano forme di violenza meno visibili, come molestie sul lavoro, discriminazioni nelle scuole e dinamiche relazionali basate sul possesso, che spingono oltre 20.000 donne ogni anno a rivolgersi ai centri antiviolenza.
Disarmare il patriarcato: un appello globale
Oltre a denunciare la mancanza di fondi per i centri antiviolenza e il perpetuarsi delle dinamiche patriarcali, il corteo ha sottolineato il legame tra violenza di genere e conflitti globali. “C'è una guerra sui nostri corpi, ma anche una guerra globale: in ogni conflitto, le donne sono le prime vittime, insieme ai bambini. Chiediamo il riconoscimento dell’autodeterminazione per tutte le popolazioni oppresse, perché il patriarcato e il razzismo camminano spesso insieme”, ha aggiunto Carlotta.
I dati parlano: la violenza è trasversale
Rispondendo alle dichiarazioni del ministro Giuseppe Valditara, che ha attribuito un aumento delle violenze a cause legate alla popolazione immigrata, Non Una di Meno ha chiarito: “I dati ci dicono che l’80% degli autori di violenze sulle donne sono partner o ex partner, nella maggior parte dei casi italiani. Il problema non è la nazionalità, ma il senso di possesso che gli uomini nutrono verso le donne". La violenza, ha sottolineato il movimento, è una realtà trasversale, presente a ogni latitudine.
Un movimento dal basso per un cambiamento radicale
La marcia di Non Una di Meno riafferma l'autonomia del movimento dai partiti politici, puntando sul potenziamento di una forza collettiva partita dal basso. “Siamo qui per affermare che il patriarcato continua a ucciderci, ma anche per costruire un futuro in cui autodeterminazione, giustizia e parità siano realtà concrete per tutte e tutti”, ha concluso Carlotta.