Grazie di Francesco ai giovani controcorrente
La mobilitazione per il bene nella 36ma Giornata mondiale della Gioventù. E Radio Vaticana trasmette per la prima volta una partita di calcio: la squadra del Vaticano con la squadra dei Rom
Peccatori sì, corrotti mai! Due volte lo ha ripetuto Francesco riassumendo all’Angelus quanto detto nella Basilica vaticana per la 36ma Giornata mondiale dei Giovani, chiedendo loro di compromettersi in modo impegnativo per il bene, senza rinunciare ai loro sogni e andando controcorrente rispetto ai compromessi ambigui che caratterizzano il nostro tempo. Il papa ha presentato Gesù come modello cui i giovani dovrebbero ispirarsi per non perdere la capacità di sognare e per trasformare in vita quotidiana al servizio degli altri i propri sogni.
Infatti “Regnare è servire come ci insegna il nostro Re” ha ribadito il papa in questa festa di Cristo Re che chiude l’Anno liturgico. Domenica prossima inizierà l’Anno nuovo con l’avvio ddella preparazione al Natale. “Gesù è così – ha spiegato Francesco -. È venuto senza doppiezze, per proclamare con la vita che il suo Regno è diverso da quelli del mondo, che Dio non regna per aumentare il suo potere e schiacciare gli altri; non regna con gli eserciti e con la forza. Il suo è il Regno dell’amore: “io sono re”, ma di questo regno dell’amore; “io sono re” del regno di chi dona la propria vita per la salvezza degli altri”
Ma non ci si trova davanti a un Re fiacco, rinunciatario, egoista, compromesso. Anzi “nella libertà di Gesù troviamo anche il coraggio di andare controcorrente. E questa – ha insistito il papa - è una parola che vorrei sottolineare: andare controcorrente, avere il coraggio di andare controcorrente; non contro qualcuno – che è la tentazione di ogni giorno –, come fanno i vittimisti e i complottisti, che caricano la colpa sempre sugli altri; no, contro la corrente malsana del nostro io egoista, chiuso e rigido, che tante volte cerca delle cordate per sopravvivere, no, non questo. Andare controcorrente per metterci nella scia di Gesù. Egli ci insegna ad andare contro il male con la sola forza mite e umile del bene. Senza scorciatoie, senza falsità, senza doppiezze. Il nostro mondo, ferito da tanti mali, non ha bisogno di altri compromessi ambigui, di gente che va di qua e di là come le onde del mare – dove li porta il vento, dove li portano i propri interessi –, di chi sta un po’ a destra e un po’ a sinistra dopo aver fiutato che cosa conviene.
Gli “equilibristi”. Un cristiano che va così, sembra essere più equilibrista che cristiano. Gli equilibristi che cercano sempre una strada per non sporcarsi le mani, per non compromettere la vita, per non giocarsi sul serio. Per favore, abbiate paura di essere giovani equilibristi. Siate liberi, siate autentici, siate coscienza critica della società. Non avere paura di criticare! Noi abbiamo bisogno delle vostre critiche. Tanti di voi stanno criticando, per esempio, contro l’inquinamento ambientale. Abbiamo bisogno di questo! Siate liberi nelle critiche. Abbiate la passione della verità, perché con i vostri sogni possiate dire: la mia vita non è schiava delle logiche di questo mondo”.
Essere giovani alla maniera di Gesù, rileva Francesco non è facile. Anzi è arduo. Ma è un compito affascinante: “Stare in piedi mentre tutto sembra andare a rotoli; essere sentinelle che sanno vedere la luce nelle visioni notturne; essere costruttori in mezzo alle macerie – ce ne sono tante in questo mondo di oggi, tante! –; essere capaci di sognare. E questo per me è la chiave: un giovane che non è capace di sognare, poveretto, è diventato vecchio prima del tempo! Essere capaci di sognare, perché questo fa chi sogna: non si lascia assorbire dalla notte ma accende una fiamma, accende una luce di speranza che annuncia il domani. Sognate, siate svelti e guardate al futuro con coraggio”. E questo sognare va fatto con lo stile proprio dei giovani, facendo chiasso. “Fate chiasso, perché il vostro chiasso è il frutto dei vostri sogni. Vuol dire che non volete vivere nella notte, quando fate di Gesù il sogno della vostra vita e lo abbracciate con gioia, con un entusiasmo contagioso che ci fa bene!”.
Molto incoraggiante Francesco che intreccia la sua omelia con un grazie imprevisto e spontaneo ai giovani: “Grazie, grazie, quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate con passione per rendere più bello e umano il nostro mondo. Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione. E soprattutto grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare! Non vivere o addormentati o anestetizzati. No: sognare vivi. Questo aiuta noi adulti e la Chiesa. Sì, abbiamo bisogno anche come Chiesa di sognare, abbiamo bisogno dell’entusiasmo, abbiamo bisogno dell’ardore dei giovani per essere testimoni di Dio che è sempre giovane!”.
A coronamento dell’Angelus un po’ speciale che il papa ha voluto recitare dalla finestra su Piazza san Pietro avendo accanto una ragazza e un giovane della diocesi di Roma, Francesco ha ricordato il lavoro difficile dei pescatori , le vittime della strada e ha espresso sostegno alle iniziative dell’ONU per “un maggiore controllo sul commercio delle armi”. Ma una iniziativa inedita nell’ambito sportivo si è svolta oggi. Nel primo pomeriggio a Formello, arbitrata da Ciro Immobile si svolge una partita di calcio tra la squadra del Vaticano “Fratelli tutti” e la squadra rappresentativa della World Rom Organization, organismo internazionale dei Rom. Ieri pomeriggio all’Olimpico prima della gara tra Lazio e Juventus sono stati consegnati alla diocesi di Roma i palloni autografati da entrambe le squadre. Saranno venduti all’asta e il ricavato verrà destinato al progetto: “Un calcio all’esclusione”. Radio Vaticana e Vatican News trasmetteranno in diretta l'amichevole, la prima sui canali vaticani. Una prima assoluta nella storia dell’emittente della Santa Sede.