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L’assurdo odio social contro Giorgia, estratta viva dalle macerie del Rigopiano

Web e social senza pietà: critiche ed attacchi anche ai sopravvissuti della tragedia di Farindola. Ecco come nasce l’invidia sui social

Roberto Zarriellodi Roberto Zarriello   
Una immagine di Giorgia Galassi tratta da faqcebook

Una volta gli italiani erano conosciuti come un popolo di poeti, santi e navigatori. Oggi, osservando post e commenti pubblicati su internet, ci sembra di parlare più di un paese di polemici, egocentrici e invidiosi. 

Quello che disturba più di tutto è il senso d'invidia. Un sentimento che, come spiega il sociologo Francesco Alberoni, "è un tentativo un po’ maldestro di recuperare la fiducia e la stima in se stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell’altro". Mentre Cartesio sosteneva che "alla resa dei conti, non c’è vizio che nuoccia tanto alla felicità dell’uomo come l’invidia". 

I Social in preda all’invidia

E' lecito invidiare un attore o un cantante famoso, un calciatore strapagato o un imprenditore straricco, magari un politico con i suoi privilegi. Ma non si può certo provare la stessa cosa per un sopravvissuto a una tragedia così drammatica e terribile come quella dell'hotel Rigopiano. La rete (per fortuna non tutta) si è scatenata anche su questo. Badate, non è una bufala. Chiamateli "haters", "trolls", come volete. Ma sinceramente un po’ fanno schifo. Sono quegli "italiani" che hanno augurato la morte del presidente del Consiglio Gentiloni dopo il suo ricovero in ospedale dove aveva subito un intervento di angioplastica. E sono sempre quelli che auguravano la morte di Benigni per essersi schierato a favore del sì al Referendum dello scorso dicembre. 

L’incomprensione verso la sofferenza

Questa volta è toccato a Giorgia Galassi, 22 anni, finire nel "tritacarne" degli attacchi via web. Giorgia è una degli 11 superstiti del Rigopiano. E' rimasta sotto la neve e le macerie per 58 ore. Si è salvata, ma le sue condizioni psicofisiche sono fortemente compromesse. Probabilmente gli stessi psicologi le hanno consigliato di riprendere i contatti con le persone e con gli amici per ricominciare a vivere. E magari di usare proprio lo strumento dei social per liberare emozioni e paure e condividerle. E Giorgia ha ricominciato a vivere grazie ai social. Ma a qualcuno questo ha dato fastidio. Troppa gioia, troppa visibilità, troppa fortuna, per chi sfoga sul web le proprie frustrazioni. Per chi mette in mostra la propria mediocrità. 

Le accuse verso Giorgia

Giorgia, invece, è accusata da questi "italiani" di aver pubblicato sulla sua pagina facebook la foto di un mazzo di fiori e di un regalo di bigiotteria: il dono di una amica che vive a Londra contenta che si fosse salvata.

Ecco uno dei tanti commenti al post di Giorgia, con il testo riportato esattamente come scritto. 

"Miracolata, ringrazia Dio e i soccoriitori che ti hanno salvata la vita invece di pubblicare cazzate"

"Signora Galassi, ma un minimo di sensibilità per chi è ancora là sotto non le passa per il cervello e il cuore?" scrive un altro utente in risposta ad un post pubblicato, sempre da Giorgia, sulla sua pagina Facebook in cui ringraziava tutte le persone che le erano state vicino in quei terribili momenti. 

"I giovani hanno un senso egonarcisista che li caratterizza...e gli adulti non li guidano...io non avrei avuto voglia di mettere un post su fb sapendo degli altri dispersi...". Così scrive un nuovo utente, mentre in un altro commento la ragazza è accusata anche di "egocentrismo menefreghista".

La storia di Giorgia che la rete non vuole ascoltare

I giornali raccontano anche sul web la storia di Giorgia. E così, su un articolo pubblicato dal Messaggero, finisce una foto della ragazza sorridente e su un prato innevato. La foto è presa da Facebook, da un post caricato il 6 gennaio (12 giorni prima della tragedia). Ma anche qui spuntano commenti negativi e attacchi alla ragazza: "Mi sembra anche di cattivo gusto postare la foto sorridente con gli altri dispersi ancora sotto la neve". E questo è solo uno delle decine di commenti negativi a corredo dell'articolo. 

"Non ringraziare le persone che ti sono state vicine con il pensiero, ma ringrazia Dio ed i soccorritori che ti hanno salvata la vita", incalza un altro. Insomma, nessuno a mettersi nei panni di Giorgia e di quello che ha passato e che sta passando, ma tutti a giudicare, a polemizzare e a esprimere giudizi senza senso, pur di dire la propria o a gratificare vanamente (questa volta si) il proprio ego in inutili commenti. 

Ma siamo sicuri che così come Giorgia sia riuscita ad emergere dalla slavina e dalle macerie, così sarà in grado di sopravvivere senza problemi anche ai cuori "neri" della rete, ancora più "gelidi" della neve del Rigopiano.

Roberto Zarriellodi Roberto Zarriello   
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