[Videointervista] Giochi di guerra e veleni nel poligono militare. L'esperto: "Micidiali sostanze tossiche rilasciate in aria e nei suoli"
In un libro le risultanze delle ricerche della Procura di Lanusei sulle conseguenze delle attività belliche nella base Salto di Quirra, la più grande d'Europa. Lucio Triolo: "Documenti utili non solo per la ricerca ma anche per chi vive in prossimità dei poligoni sperimentali"
Che la Sardegna ospiti il 60% circa delle basi militari italiane è un dato noto. Come lo è il fatto che in questo territorio si trovi il più esteso poligono interforze sperimentale d'Europa, il Salto di Quirra (Pisq). Nel quale fin dagli anni '60 si svolgono esecitazioni militari di ogni genere con l'ausilio di mezzi aerei, anfibi, terrestri e l'impiego di armi da guerra da parte dell'esercito italiano e della Nato. Guerra simulata, ancora più "necessaria" - si direbbe - in tempi di guerra e di corsa al riarmo come quelli che si stanno vivendo. Un'attività tornata frenetica negli ultimi anni, con costi pesanti in termini di emissioni inquinanti chimiche e fisiche, derivanti da sostanze tossiche e metalli pesanti in quantità pericolose che si librano nell'aria e persistono nel suolo. La conseguenza è un'alterazione dell'ambiente che mette in pericolo la salute dei militari, dei pastori, che in quei luoghi pascolano il bestiame, e degli abitanti della zona.
Nel 2011 la procura di Lanusei, in provincia di Nuoro, avvia un'inchiesta giudiziaria che porta al processo istruito dal procuratore Domenico Fiordalisi, ribattezzato dai media "Veleni di Quirra", da cui si origina una importante ricerca e raccolta di documentazione che coinvolge alcune delle maggiori Università italiane, tra cui La Sapienza di Roma, oltre al Cnr, l'Arpa Sardegna, l'Istituto superiore di Sanità eccetera. Il libro Ambiente e salute nel territorio del Poligono interforze Salto di Quirra (Editori Riuniti) raccoglie una parte di quelle ricerche, in particolare quella condotta dal professor Mauro Cristaldi, consulente della Procura, morto nel 2016, del cui team facevano parte anche i ricercatori Cristiano Foschi e Lucio Triolo, coautori del libro.
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"Il libro intende riassumere le ricerche di svariati gruppi interdisciplinari che hanno operato come consulenza al pm di Lanusei - dice Triolo nell'intervista con Tiscali News -. Al gruppo di Cristaldi, di cui facevo parte, facevano capo diverse discipline che parallelamente hanno prodotto risultanze utili per sostanziare in misura oggettiva e scientifica le anomalie e danni ambientali e sanitari nell'area del poligono e nei dintorni, dove si trovano diversi centri abitati".
Rimangono peraltro impresse le immagini delle carcasse dei carri armati usati per l'addestramento alla guerra, le esplosioni di missili e i brillamenti dei residuati bellici abbandonati all'interno del poligono. Ma anche gli scatti sugli animali deformi e le testimonianze delle tante vittime dei tumori "anomali" al sistema emolinfatico. Persone malate o che hanno visto familiari e amici consumarsi nella sofferenza e che sono ben documentate da anni di articoli di stampa.
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Un testo importante quindi non solo per l'inchiesta giudiziaria, "ma anche per i ricercatori e per gli abitanti della zona", spiega Triolo. Appare importante specificare che questi dati scientifici possono essere applicati a tutte le realtà militari dove avvengono le sperimentazioni di armi e di cui il Poligono di Salto di Quirra appare emblematico se non altro per le risultanze degli studi effettuati sia a seguito del processo di Lanusei, ma anche della documentazione raccolte dalle Commissioni parlamentari che hanno indagato la cosiddetta "sindrome dei Balcani" e per estensione la "sindrome di Quirra", simile per gli effetti sulla salute dei militari che hanno operato nel Poligono e delle persone che abitano i luoghi interessati. In Sardegna si trovano tre poligoni sperimentali di cui il Pisq Salto di Quirra, con i suoi 13mila metri quadrati di superificie a terra e 28.400 kmq a mare (più della stessa Isola), è il più esteso.