[Il caso] La "guerra" dei Giganti sul tavolo del ministro. Il sindaco, la Soprintendenza e il presunto "scippo" delle statue

La protesta contro il trasferimento delle statue di Mont'e Prama a Cagliari per il restauro non si placa. La Soprintendenza: "C'era l'accordo, soldi già stanziati". Il sindaco fa muro e si appella al ministro

[Il caso] La 'guerra' dei Giganti sul tavolo del ministro. Il sindaco, la Soprintendenza e il presunto 'scippo' delle statue
La testa di un Gigante di Mont'e Prama (Ansa)

"Il Ministro Dario Franceschini, nel giorno del giuramento del governo Draghi e appena reinsediatosi al Mibact, ha dedicato la sua prima uscita pubblica alla questione Mont'e Prama, ribadendo la sua volontà di riunificazione a Cabras del patrimonio di tutte le sculture". Parole che esprimono soddisfazione, quelle pronunciate da Andrea Abis, sindaco del piccolo comune in provincia di Oristano, da alcuni giorni balzato agli onori delle cronache per quella che i più ormai chiamano la "guerra" dei Giganti. Che adesso è pure approdata sul tavolo del ministero dei Beni culturali. E se non è proprio una guerra, di sicuro è un braccio di ferro di cui l'ordinanza di chiusura del museo di Cabras, emanata per impedire alla Soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano di portare nel capoluogo quattro reperti per il restauro - tra questi due statue -, rappresenta il culmine. Su questi fatti ora indagano i carabinieri. L'epilogo però è ancora lontano. 

Le proteste, le fiamme sui social

Il suo obiettivo, Abis, lo ha spiegato nel corso di una manifestazione in paese, dove ha radunato concittadini, scolaresche e alcune decine di sindaci della zona: opporsi a quello che viene definito uno "scippo" ai danni della comunità del Sinis che, "legittimamente", pretende di custodire tutti i celebri colossi di arenaria, datati tra la fine del IX e l’inizio dell’VIII secolo a. C., nel luogo dove sono stati scoperti. Anche nella delicata fase del restauro. "I giganti restino a Cabras" e quelli che sono a Cagliari "ritornino indietro" e si accetti "la proposta di un laboratorio di restauro in loco, aperto alla fruizione pubblica, quale fattore rilevante di tipo culturale, didattico e di attrazione turistica, essenziale in questo momento di grave crisi economica del comparto della ricettività", ha tuonato il primo cittadino. La solidarietà è vasta e arriva anche dal presidente della Regione, Christian Solinas, mentre sui social il dibattito tiene banco. 

Certo è che questi incredibili colossi in pietra alti circa due metri sono tra le più antiche testimonianze scultoree del bacino del Mediterraneo. Il primo ritrovamento risale al 1974 nella collina di Mont'e Prama nei pressi di Cabras. Da allora in diverse fasi di scavo, fino ai giorni nostri, sono emerse circa 28 statue di pietra, alte intorno ai due metri e raffiguranti guerrieri, pugilatori, modellini di nuraghe, in parte esposti nel museo in loco a loro dedicato e in parte all'Archeologico di Cagliari. 

Testimonianze importanti, per molti versi ancora avvolte dal mistero. Ma che già sono capaci di aggiungere tasselli nuovi alla storia archeologica della Sardegna nuragica e che, per altro verso, riescono a infiammare gli animi di coloro che qui individuano un importante strumento per dare valore alla storia dell'Isola, "trascurata" da "visioni italocentriche" che "escludono" clamorosamente dalle grandi civiltà del Mediterraneo quella dei nuraghi. Quel che è certo è che l'intera regione del Sinis, forte della sua vocazione culturale e turistica legata proprio all'archeologia (a Cabras appartiene anche la bellissima città fenicia di Tharros ndr), vede nei "suoi" Giganti e nella loro fama, una grande occasione di crescita. Questione che peraltro si direbbe pacifica, ma che per una strana alchimia mette in contrapposizione la comunità locale - con il sindaco a fare da portabandiera - e la Soprintendenza.

Il ministro ci sta, ma le posizioni restano distanti

Sul punto anche il ministro Franceschini sembra convergere. "Siamo consapevoli dello straordinario valore del complesso scultoreo di Mont'e Prama, e del profondo legame con la comunità - ha detto il ministro per i Beni e le Attività culturali - per il quale rappresenta una grande opportunità di sviluppo. Non so come sia possibile immaginare che una volta restaurati non ritornino a Cabras: sarebbe in contraddizione con tutto il percorso promosso dal Ministero negli ultimi anni", ha aggiunto, spiegando che con questa finalità sono stati stanziati "3 milioni di euro al Comune di Cabras per fare un nuovo museo proprio per ospitare i Giganti". Struttura che peraltro non ha ancora trovato compimento.

La rassicurazione da parte del ministero c'è: i Giganti torneranno. Il sindaco però non arretra: il restauro va fatto qui. Con buona pace dell'accordo firmato nel 2017 con la Soprintendenza, per il quale i reperti vanno curati nei laboratori specializzati del capoluogo e successivamente riportati indietro. Un'operazione già decisa e concordata dunque, con uno stanziamento ministeriale già attivo di 60mila euro, a cui si aggiunge il finanziamento concesso dalla Fondazione Banco di Sardegna di 10mila euro, e altri 16.836 messi sul tavolo per coprire il costo del trasporto, è scritto in una nota della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Mibact. 

Le posizioni, insomma, restano per ora granitiche. E così sarà ancora per giorni, nell'attesa che Franceschini (un suo intervento è atteso per lunedì prossimo, come anticipato dal senatore Gianni Marilotti) dia il suo input per risolvere la diatriba che, è chiaro, rappresenterà un passaggio importante nel porcesso partecipativo di gestione dei beni culturali nel nostro Paese.