Il giallo della morte di Oumar Dia nel carcere di Opera. Gli amici e i genitori chiedono la verità
Non è chiaro il motivo della sua morte, le autorità competenti parlano di suicidio, qualcuno di malattia, ma i familiari e gli amici sospettano sia morto per ‘altri motivi’.
Si sa solo che è morto il 26 ottobre, il ventunenne Oumar Dia arrestato e condannato a quattro anni lo scorso giugno per il furto di un cellulare avvenuto nel 2020. Dia viveva a Bergamo, il 7 giugno 2023 viene fermato e arrestato nella sua città e l’1 ottobre viene trasferito a Milano nel carcere di Opera. E’ nella stessa città che muore lo scorso 26 ottobre. Non è chiaro il motivo della sua morte, le autorità competenti parlano di suicidio, qualcuno di malattia, ma i familiari e gli amici sospettano sia morto per ‘altri motivi’.
Il racconto degli amici
“All’inizio del 2020 Oumar fu arrestato per qualche giorno, senza che amici e familiari sapessero niente, per il furto di un Samsung A7. Dopo poco tempo arriva il processo e la sentenza a carico di Oumar: sei mesi di domiciliari. Durante quei mesi i carabinieri trovano Oumar fuori casa e lo sottopongono a detenzione per sette mesi nel carcere di Bergamo. Successivamente viene trasferito in una comunità per qualche mese. Lì Oumar svolge lavori socialmente utili per ripagare il telefono rubato. E, una volta ripagato, grazie al lavoro comincia a costruirsi una nuova vita. Sogna di imparare nuove lingue e trasferirsi a Londra. Ma purtroppo il peggio doveva ancora arrivare e Oumar lo sapeva: due anni dopo infatti, ci sarebbe stato un nuovo processo. Il 7 luglio i carabinieri si recano a casa di Oumar e lo portano nel carcere di Bergamo, l'accusa è sempre quella del furto del cellulare. Dopo qualche mese la madre comincia a notare dei cambiamenti in Oumar.
Il ragazzo viene trasferito nel carcere di Milano, ma alla madre non viene detto niente. Non sapeva dove fosse suo figlio, fino al momento in cui è stata informata che si trovava in terapia intensiva a Rozzano (ML). La causa del ricovero, secondo le forze dell’ordine, era un tentativo di suicidio da parte di Oumar. Poco tempo dopo il suo cuore ha smesso di battere. Ci ha lasciati per sempre il nostro amico Oumar”, scrivono così gli amici del giovane bergamasco sulla pagina instagram ‘Uniti per Oumar’.
I dubbi sul decesso
L’ipotesi del suicidio è dubbia in quanto sul corpo del ventiduenne non sono stati riscontrati segni che possano essere compatibili con la stessa - gli amci dicono che non c’era nessun segno, né sul collo né sulle mani di Oumar Dia. La mamma inoltre racconta che, arrivata all’obitorio, avrebbe trovato “il corpo del figlio legato con dei fili, anche se era passata ben una settimana dalla sua morte biologica”.
I genitori e gli amici chiedono la verità
E’ una storia di cui purtroppo si sa ancora molto poco, e le uniche cose che sappiamo sono tutte da verificare. Di sicuro c’è che bisogna fare luce su questo caso che potrebbe essere quello di un’ennesima vita spenta nel silenzio delle celle carcerarie. Intanto i genitori, che avevano già in passato perso una figlia, sono disperati e chiedono verità. “Vogliamo sapere quello che è successo ad Oumar”, dichiara Marlon Brandao, ai microfoni di Radio Onda D’Urto, e conclude: “La comunità deve sapere la verità. Ci sono tante storie in Italia di morti in carcere, ma in questo caso se non ci fossimo mobilitati noi non l’avrebbe fatto nessuno”.