Oggi i funerali di Chiara Jaconis a Padova, folla per l'ultimo saluto alla ragazza colpita da una statuetta a Napoli
Un grande dolore segnava i volti del papà di Chiara, Gianfranco, la mamma Cristina, la sorella e il fidanzato Livio, che si trovava assieme a lei nel momento in cui è avvenuto il fatto. Il punto sulle indagini
Oltre 2.000 persone hanno partecipato a Padova, nella basilica di Santa Giustina, ai funerali di Chiara Jaconis, la giovane padovana rimasta uccisa il 15 settembre scorso a Napoli in un tragico incidente, una statuetta caduta dall'alto dei Quartieri Spagnoli. Sulla bara della ragazza, un semplicissimo feretro in legno chiaro, solo un grande cuscino di girasoli. Sulla pagellina funebre dedicata a Chiara è stampata la frase "Vivere a colori", titolo di una nota canzone di Alessandra Amoroso: la giovane padovana era infatti una fan della cantante pugliese. Un grande dolore segnava i volti del papà di Chiara, Gianfranco, la mamma Cristina, la sorella e il fidanzato Livio, che si trovava assieme a lei nel momento in cui è avvenuto il fatto
Il Gonfalone del Comune di Napoli
Tanta commozione all'arrivo della bara, di un legno chiaro, che è stata posta ai piedi dell'altare della basilica: in cima alle scale che conducono all'altare, poi, campeggia una foto della ragazza, sorridente. Alle esequie di Chiara Jaconis è stato inviato, in rappresentanza, il Gonfalone del Comune di Napoli, mentre l'assessora al Turismo Teresa Armato, che ha supportato la famiglia in quei tragici momenti in cui la 30enne è stata ricoverata all'ospedale del Mare, dove poi è deceduta, in occasione dei funerali ha dichiarato: "Sono ore difficili." Per l’ultimo saluto a Chiara l'Amministrazione partenopea ha testimoniato la vicinanza con un cuscino di fiori e il Gonfalone scortato dai vigili per esprimere il cordoglio dell’amministrazione e di tutta la città. "Io sono sempre stata accanto alla famiglia a Napoli e in queste ore ancora di più con il cuore. Questi giorni di vicinanza con Livio e la famiglia".
Le indagini
Intanto a Napoli proseguono le indagini. Gli inquirenti hanno deciso di analizzare i pezzi della statuetta (che si è spaccata per la caduta) e di effettuare rilievi dattiloscopici mirati. Per capire quali mani l’hanno toccata. Secondo l’ipotesi di chi indaga è che ll’oggetto killer sia sfuggito a un bimbo mentre lo maneggiava sul balcone di casa. Questo ha portato agli avvisi di garanzia nei confronti dai genitori. Tuttavia questi ultimi, al cospetto dei pm, hanno non solo escluso che il figlio possa essere coinvolto nella vicenda, ma hanno anche affermato di non aver "mai visto" la statuetta in questione. È per questo che i dettagli diventano una chiave. In tanti potrebbero aver toccato quell’oggetto dal peso di circa due chili precipitato sulla testa della ragazza, ma se dai rilievi verranno isolate delle impronte "compatibili", sarà possibile una svolta nell’inchiesta. In qualunque direzione.