Dalla Sardegna alla Puglia, assalto alle seconde case. Chiusi tutti gli impianti sciistici. Video e foto
La Regione chiede il blocco dei collegamenti con l’isola. In quarantena chi sbarca o scende da una nave. Solo in Sicilia sono rientrate oltre 11.500 mila persone
Cresce la preoccupazione nelle regioni del Sud per l'esodo in massa dalle zone a rischio coronavirus del Nord Italia: solo in Sicilia sono rientrate oltre 11.500 mila persone e in Puglia 9.200, il boom nel week end appena trascorso. E così si moltiplicano gli appelli di governatori e sindaci per i “vacanzieri fuori stagione”, che in barba alle restrizioni imposte sbarcano sempre più numerosi in Sardegna, Liguria e Alto Adige.
C’è comunque chi ha deciso di non approfittare del momento, respingendo la richiesta di case e appartamenti. “A fronte di tante assurde prenotazioni - raccontano da un’agenzia immobiliare della Gallura - abbiamo deciso di chiudere tutti gli appartamenti e tutte le strutture ricettive disponibili e di rimborsare tutti”. Chi arriva dalle zone a rischio ha intenzione di trattenersi nei luoghi di villeggiatura per periodi medi di uno o due mesi. Il boom di richieste è arrivato nel fine settimana, un picco che gli addetti ai lavori paragonano a un piccolo esodo di metà luglio.
“Chiunque arrivi nell’isola dalle zone rosse o da quelle confinanti - fanno sapere dalla Sardegna - verrà sottoposto alla quarantena obbligatoria”. Grande preoccupazione tra gli abitanti delle isole minori, Carloforte e La Maddalena, che già abitualmente fanno i conti con notevoli problemi di assistenza sanitaria. “Qui non abbiamo un ospedale, non ce l’abbiamo - evidenziano i sindaci - dunque evitate di venire da noi per fuggire ai vincoli delle zone rosse. Non saremo in grado di assicurarvi l’assistenza sanitaria e anche noi saremo in difficoltà”. E che la situazione stia diventando critica anche in Sardegna lo si evince dall’aumento dei casi risultati positivi al test del tampone.
E va ricordato che negli ospedali isolani esistono soltanto 110 posti dedicati alla terapia intensiva, già occupati per l’80 per cento. E in caso di emergenza l’unica soluzione potrebbe essere lo spostamento dei pazienti da una regione all’altra… “Se davvero volete godervi il nostro mare e la nostra aria pulita - scrivono alcuni cittadini di La Maddalena - tornate a tornarci tra qualche mese. Quando l’emergenza sarà passata e non dovremo avere paura del nostro vicino di ombrellone. Ora state a casa vostra, magari la bella stagione arriva prima”.
Anche la Liguria è stata presa d’assalto dai “turisti delle seconde case in riviera”. I lombardi e piemontesi finiti in zona rossa per il covid-19 hanno invaso anche la Liguria. I social fanno da cassa di risonanza alle preoccupazioni dei cittadini che temono il contagio. C'è chi dice che sui lungomare si sente parlare solo lombardo e chi, come il consigliere regionale del M5s Fabio Tosi, sottolinea che "le seconde case sono tutte aperte come a luglio e ad agosto" e chiede al governatore Giovanni Toti di fermare l'esodo. Il presidente gli risponde immediatamente: "Rimedieremo ai guai compiuti dal tuo Governo". Sono giorni che i “foresti” sono ricomparsi in maniera massiccia in Riviera.
Chi ha potuto, e qui ha un alloggio, ha lasciato le aree divenute zona rossa e si è trasferito in Liguria. E la Regione, non per punire i vacanzieri ma per tutelare la salute dei suoi cittadini è corsa ai ripari. Lo ha fatto con una ordinanza: "Abbiamo chiesto a tutti i cittadini provenienti dalla Lombardia o dalle zone equiparate alla Lombardia che sono venuti in Liguria dalla mezzanotte del 24 febbraio e non vi siano residenti, i cui spostamenti verso la Liguria e dalla Liguria non siano per comprovate esigenze lavorative o dettate da situazioni di necessità o da motivi di salute, di segnalare la loro presenza e il loro domicilio in Liguria", ha detto Toti.
Lo devono fare con la casella di posta elettronica sonoinliguria@regione.liguria.it o comunicarlo ai numeri telefonici 010548.577.67 - 010548.86.79. "E soprattutto devono restare a casa e non uscire. L'ordinanza vieta inoltre alle strutture ricettive e ai proprietari degli appartamenti a uso turistico di ospitare chi è arrivato dalle zone rosse. "Si tratta di disposizioni di buon senso e ci aspettiamo che le persone le rispettino per senso civico. Ci aspettiamo collaborazione. In questo momento siamo ancora in una fase di relativa tranquillità rispetto alla disponibilità dei posti letto in terapia intensiva. Per questo dobbiamo fare in modo di evitare il più possibile il diffondersi del contagio e abbiamo il dovere e diritto di sapere dove sono le persone in questione per evitare l'aumento del contagio. Tutto questo non si applica a chi è qui per ragioni di lavoro. Lavoro e merci non si fermano". L'ordinanza regionale resterà valida fino al 3 aprile.
Ma non ci sono solo i “foresti” da gestire ai quali il governatore applica le stesse regole previste dal decreto come se fossero nelle zone di loro residenza. Il presidente richiama anche i liguri a rispettare le misure di sicurezza e lo fa prendendo spunto dall'invasione della spiaggetta di Boccadasse a Genova. "Tutte le nostre prescrizioni sono in utili - ha detto -. Se i nostri concittadini si affollano su una spiaggia, non ha senso per le famiglie sobbarcarsi del peso di non mandare i figli a scuola per evitare il contagio e poi procurarselo andando tutti insieme al mare".
E per il coronavirus si ferma in anticipo anche la stagione sciistica. "Abbiamo deciso di chiudere tutti gli impianti sciistici del Paese da martedì mattina con un'ordinanza di Protezione civile", ha annunciato il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. "C'era il nodo di alcune stazioni sciistiche aperte nelle aree che avevano prescrizioni di minore intensità rispetto alla Lombardia e alle altre province - ha spiegato Boccia -; abbiamo dovuto prendere atto nostro malgrado, dopo segnalazioni di alcuni amministratori di Regione, che il buonsenso che spesso abbiamo chiesto non c'è stato. Lo abbiamo stigmatizzato tutti, è inammissibile, il governo e le Regioni. Visto che in alcune aree il messaggio non è passato con l'autodisciplina, abbiamo deciso all'unanimità Regioni e Governo di chiudere tutte le stazioni sciistiche del Paese".