Donna scomparsa, l'appello del parroco, l'ansia delle colleghe e le ricerche sospese. Il punto sulle indagini
Dopo il ritrovamento di alcuni effetti personali e indumenti, vengono temporaneamente sospese le ricerche della 42enne scomparsa da San Sperate, nel Sud Sardegna

“Se hai ucciso Francesca, rivela dove hai nascosto il corpo”. E’ l’appello che il parroco di San Sperate lancia a Igor Sollai, marito della 42enne scomparsa a maggio. L’uomo, rinchiuso nel carcere di Uta con la pesante accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, si professa innocente e ripete che la moglie si è allontanata volontariamente perchè "voleva prendersi una pausa di riflessione", ma per gli investigatori l'avrebbe uccisa lui, e per settimane si sarebbe sostituito a lei rispondendo con il suo telefonino ai messaggi di amici e parenti.
Pausa nelle ricerche
Dopo intense giornate sul campo, vengono temporaneamente sospese le ricerche della 42enne scomparsa da San Sperate, un piccolo comune a una ventina di chilometri da Cagliari. Ieri sono stati trovati altri elementi utili alle indagini e oggi gli investigatori, anche in attesa dei riscontri da parte del Ris, vogliono fare il punto della situazione. La zona delle ricerche è quella di San Priamo, a Sinnai, all'altezza del chilometro 35 dell'ex Orientale sarda, non troppo distante dal luogo in cui tra mercoledì e giovedì sono stati trovati il bite dentale, il beauty case, l'accappatoio, il frammento di felpa e la roccia con tracce ematiche, alcuni indumenti femminili e una stoffa sporca di sangue. Le indagini non si fermano: oggi gli inquirenti stanno verificando quanto trovato e analizzando la situazione per decidere come procedere, anche in vista dell'interrogatorio di Sollai - difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba - che sarà sentito giovedì 18 dal magistrato che si sta occupando del caso e coordina le ricerche, il pm Marco Cocco.
Le colleghe
"Siamo in ansia, stiamo soffrendo, è una situazione surreale. Vedi queste storie in televisione, le leggi sui giornali, ma non pensi mai che possa capitare accanto a te". Sono molto provate e, ancora sotto shock, le colleghe di lavoro di Francesca. "Sono settimane che non dormiamo la notte - dicono le colleghe - ci siamo fatte coraggio per portare alla luce questa vicenda, con la speranza di poter riabbracciare Francesca. In queste settimane non abbiamo contattato nessuno, non abbiamo parlato con i giornalisti, abbiamo denunciato quanto sapevamo ai carabinieri e poi abbiamo seguito quanto ci hanno detto di fare". Adesso le colleghe di lavoro sperano che Francesca venga ritrovata al più presto e che tutta la verità su quanto accaduto venga fuori: "vogliamo solo questo", concludono.
Le indagini
Secondo gli inquirenti il femminicidio potrebbe essere avvenuto già il 10 maggio scorso – come ricostruito e ipotizzato dagli inquirenti –, il giorno in cui si sono perse le tracce della donna. I reperti che gli specialisti del Ris, intervenuti giovedì a San Priamo quando è stata richiesta la loro presenza sul luogo delle ricerche, hanno recuperato e sigillato in buste di cellophane per poi essere esaminati in laboratorio. Le tracce di Dna potrebbero essersi cancellate nel tempo, ma gli indumenti e gli oggetti personali della scomparsa, recuperati fra mercoledì e giovedì, saranno fatti vedere anche al fratello della donna e alle colleghe per un eventuale riconoscimento.