Frana Ischia, recuperato il dodicesimo corpo. Il giovane che ha trovato Mariateresa: "Ho fatto luce, eri tu"
Ci sono voluti undici giorni per trovare dodicesima vittima dell'alluvione di Ischia. Sui social il racconto del giovane geologo Eugenio Di Meglio


Ci sono voluti undici giorni per trovare dodicesima vittima dell'alluvione di Ischia: al tragico appello mancava solo Mariateresa Arcamone, 31 anni, cameriera in un bar molto conosciuto di Forio. Alle sue ricerche partecipava il fidanzato Salvatore che era tornato sull’isola dalla nave su cui lavorava; qualche giorno prima i soccorritori avevano trovato la macchina della donna spinta dalla forza del fiume di fango sul tetto della sua casa. Il cadavere della 31enne è stato recuperato da un giovane geologo nella zona del parcheggio del Rarone, ai piedi di via Celario, dove è confluita gran parte della frana staccatasi dal monte Epomeo. Sui social Eugenio Di Meglio ha raccontato come ha trovato il corpo della giovane donna.
Sui social il post del giovane volontario
"Non sono praticante, ma non so quale Santo mi ha spinto ad infilarmi in quell'insenatura, pochi centimetri dividevano il soffitto da un mare di fango, ho spostato un legno e poi con la torcia ho illuminato qualcosa di morbido, ho chiamato subito i vigili e le persone che erano in zona... eri tu". Sono le parole del giovane soccorritore volontario che ha trovato la salma di Mariateresa Arcamone, anche se manca ancora l'ufficialità è pressochè certo che si tratti dell'ultima dispersa dell'alluvione di Ischia. "Le lacrime e l'abbraccio con tuo papà, quelle parole che mi ha detto non le dimenticherò mai più. La mia missione è compiuta, ora posso riposare", conclude il suo post su Facebook Di Meglio, geologo ischitano da anni impegnato con le squadre dei volontari dell'isola e che da sabato scorso scava insieme a quelli arrivati da tutta Italia a Casamicciola. Parole affidate ai social, le sue, che hanno suscitato un'onda di commozione e anche di gratitudine.
La dodicesima vittima
Mariateresa la mattina andava prestissimo al lavoro e si ritiene perciò che all'ora in cui la colata di fango scesa dall'Epomeo ha travolto le case di via Celario fosse già sveglia e che forse si è accorta del pericolo allontanandosi da casa. Nella tragedia del 26 novembre scorso sono morti anche i cognati Maurizio e Giovanna ed il nipotino Giovangiuseppe, di appena 21 giorni, che abitavano a poca distanza.