Ex dipendenti senza TFR e fornitori non pagati, un passivo di 100 milioni: pignoramenti a Forza Italia
Il tesoriere Alfredo Messina: “Soldi in cassa non ce ne sono. Abbiamo già avviato solleciti ai parlamentari affinché versino la loro quota di indennità”
La situazione finanziaria di Forza Italia non è certo rosea, almeno a leggere quanto riportato dal Fatto Quotidiano. Pignoramenti in atto, ex dipendenti che si sono trasformati in creditori e un passivo di circa 100 milioni. Che il partito di Berlusconi, uscito vincitore dalla tenzone elettorale siciliana, sia in cattive acque lo conferma sulle pagine del quotidiano di Travaglio anche il tesoriere Alfredo Messina. “Soldi in cassa non ce ne sono – dichiara – Abbiamo già avviato solleciti ai parlamentari affinché versino la loro quota di indennità”. Anche se l’impegno a “pagare tutti” non manca, nonostante “ad oggi, a lavorare nel partito, siamo rimasti in tre…”.
Il male di FI parte da lontano – si legge sul giornale – Basti pensare che dal 2008 ha chiuso tutti i bilanci in rosso. Con un passivo passato dai 6 ai 100 milioni nel 2016 e il licenziamento, a fine 2015, di 81 dipendenti. Dicono che l’ex Cavaliere abbia dato una mano accollandosi i debiti con le banche (Unicredit, Mps) e che al momento, “con 90 milioni, sia il più grande creditore del partito”.
Appuntamento davanti al Tribunale
Inevitabile il trasferimento delle contese davanti al Tribunale, quello civile di Roma, dove il 16 gennaio dovrà essere decisa la sorte dei creditori e quali beni aggredire col pignoramento. In gran parte conti correnti – chiarisce il Fatto – perché FI non ha proprietà immobiliari. Il consulente tecnico del Tribunale pare abbia già inviato una bozza provvisoria con il “piano di distribuzione dei crediti”. Tra i creditori figurerebbero per la maggior parte ex dipendenti cui non è stato versato il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) oppure richiedenti altre spettanze. Poi ci sarebbero le somme richieste dalle aziende fornitrici. Per esempio, “Eginformativa Progetti Speciali Srl, che per molto tempo ha gestito il sistema informatico del partito nella sede romana di via dell’Anima, sarebbe creditrice di oltre 490mila euro, Telecom di 356mila euro e Immobiliare Matisse Srl di 155mila”.
I pignoramenti presso banche e Poste
Come avviene quando si cade nel vortice dell’insolvenza, sarebbe cominciato anche il pignoramento dei conti e delle somme destinate al partito nelle banche e alle Poste. Così Forza Italia rischierebbe il blocco dei 163mila euro in Poste Italiane e dei 194mila in Banca Prossima. In pericolo anche i fondi pubblici, “come i 394mila euro che il Ministero dell’Economia deve versare a FI come quota del 2 per mille”.
Pare che le richieste complessive ammontino a “circa 2 milioni di euro” ma che “in cassa vi sia meno della metà di quella cifra”.