Fiammata rovente di fine agosto, caldo e afa colpiranno tutta l’Italia con picchi di circa 38 gradi
E uno studio lancia l’allarme per i cambiamenti climatici che, nel 2100, toccheranno anche il Belpaese: stimati 28mila decessi l'anno per il caldo
Torna il gran caldo su gran parte dell'Italia con picchi di 38°C in Sardegna e 37°C su tutto il Centro-Sud, da Roma e Taranto: una fiammata di fine agosto che vedrà anche lo sviluppo di temporali pomeridiani soprattutto al Nord. Previsioni che si inseriscono in un clima sempre più estremo, tanto che nuove previsioni realizzate dal Joint Research Centre della Commissione Europea stimano il triplicarsi entro il 2100 di vittime a causa delle ondate di calore in Italia. I meteorologi annunciano caldo e afa con picchi di 37°C a Roma, Benevento, Caserta, Foggia, Siracusa e Taranto e picchi oltre 38°C in Sardegna, mentre cielo sarà un po' più nuvoloso al nord con qualche piovasco in spostamento dal Veneto verso Lombardia e infine Piemonte.
Meteo venerdì
Al Nord in prevalenza soleggiato salvo lieve variabilità diurna sui rilievi alpini e prealpini, senza fenomeni significativi.
Al Centro in prevalenza soleggiato, pur con un po' di variabilità pomeridiana sull'Appennino, associata a isolati fenomeni sul settore abruzzese, in esaurimento in serata.
Al Sud prevalenza di sole sulle zone peninsulari, pur con lieve variabilità diurna in Appennino e isolati fenomeni sui rilievi campani e calabresi.
In Sicilia maggiori addensamenti sin dal mattino sulle zone centro-occidentali, rovesci e qualche temporale nel pomeriggio sulle aree interne, in attenuazione in serata.
In Sardegna in prevalenza soleggiato. Temperature in ulteriore lieve aumento, massime fino a 35°C su interne toscane, pugliesi, Materano, Cosentino e Sicilia orientale.
Il 2024 entra nel libro della storia
Un ritorno del caldo dopo qualche giorno di tregua che si inserisce a livello globale in un 2024 che pare già essere destinato ad entrare nella storia come il più caldo, superando il 2023 che detiene ancora il primato. Un fenomeno che si traduce con punte di caldo o freddo e nubifragi estremi sempre più frequenti e che producono non solo gravi danni al territorio ma mettono a rischio la salute, soprattutto dei più fragili.
A lanciare un nuovo allarme in tal senso è ora il nuovo studio pubblicato sulla rivista Lancet Public Health a cura del Jrc che analizza l'impatto di caldo e freddo in Europa nel corso dell'intero secolo. I due estremi ad oggi sono la causa diretta di circa 407.000 decessi all'anno, di cui la gran parte - 363.500 persone in particolare nelle regioni dell'Est - sono vittime del freddo mentre circa 43.700 per il caldo eccessivo, ma l'andamento sta rapidamente cambiando, con una piccola diminuzione per le vittime del freddo e un rapido aumento di quelle per il caldo.
Le stime si basano sul possibile aumento delle temperature di 3C entro fine secolo e se non si dovessero prendere delle misure per contrastare il cambiamento climatico si ritiene che tra le regioni europee più colpite dal caldo sarà l'Italia dove entro il 2100 si passerà dagli attuali 10.400 decessi l'anno per il caldo a oltre 28.200. In Grecia aumenterebbero annualmente da 1.700 di oggi a oltre 4.700, in Francia da 3.000 a oltre 13.500 e in Spagna da 4.400 a 20.000.
Stretto è il legame, spiegano i ricercatori, anche con le condizioni economiche del territorio e l'età media perché a soffrire di più sono soprattutto gli anziani e coloro che hanno meno possibilità di riscaldarsi oppure usare condizionatori in casa. "Il nostro studio identifica anche specifici luoghi più caldi in cui il rischio di morte per alte temperature è destinato ad aumentare drasticamente nel prossimo decennio", ha detto David García-León, del Jrc. "C'è la necessità - ha concluso - di politiche più mirate per proteggere queste aree e i membri della società più a rischio di temperature estreme".