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[Il reportage] Una passerella non si nega a nessuno. Dietro le quinte della festa del cinema di Roma, sul red carpet dell'italietta che non cambia mai

La regina delle curvy Elisa d'Ospina o la vivace marchesa Marina Ripa di Meana, Flavia Vento in versione new age o la storica fidanzata di Pippo Baudo (prima delle nozze con Katia Ricciarelli, praticamente 2 vite fa) Adriana Russo, la pierre dell'Auditorium Berta Zezza o la fascinosissima Isabelle Adriani in sontuoso abito da sera con il compagno miliardario Vittorio, cronisti, pseudo tali con mogli al seguito, chef, stilisti, assistenti e addirittura personal trainer. Di tutto, di più. I film, diciamocelo, chi se li ricorda

Monica Settadi Monica Setta   
Marina Ripa di Meana
Marina Ripa di Meana

Non è questione di "titoli" e nemmeno di presenze internazionali, non è per gli outfit, tutti dalla sufficienza in su. È che la Festa del cinema di Roma, malgrado i lodevoli sforzi di Antonio Monda ed il suo gigioneggiare con Fiorello come un qualsiasi altro personaggio della tv pop, rimane -ineluttabilmente-una fiera delle vanità troppo larga e variopinta, una "zavorra" pronta a tirarti giù appena appare sul consumato red carpet una delle molteplici attricette della subway capitolina. Purtroppo a Roma non c'è il numero chiuso, svaniscono i controlli, la selezione latita. Capita cosi di veder scivolare sul fantomatico tappeto rosso la graziosa Chiara Basile o la conduttrice Federica Peluffo che anni fa aveva un programma su Rai 2 insieme a truccatori, giornalisti, addetti stampa, estetiste e parrucchieri. Categorie a cui si deve, in quanto lavoratori, il massimo rispetto, ma che non rappresentano il cinema, grande o piccolo che sia.

Il selfie

Roma è ancora e sempre, ahimè, quella "città aperta" che allarga le maglie del servizio d'ordine per consentire ad Angelina Viterbo, una trentenne precaria, di coronare il suo illusorio sogno di felicità: un selfie oltre la "transenna" che separa lo show biz dai comuni mortali. "Ok, approfitta adesso che i paparazzi sono dall'altra parte, salta su e vieni a farti la foto" spiega un body guard alla ragazza che sorride a tutta bocca, il cellulare fra le mani ed un taccuino per raccogliere gli autografi dei famosi. I famosi, appunto. Che firme hai? le chiedo. E la giovane impiegata in un call center di Fiumicino -un contratto in scadenza a fine mese, a Natale sarà senza stipendio ma per venire alla Festa ha speso, crepi l'avarizia, 300 euro per un abito lungo di tulle e strass- mi mostra fiera la calligrafia di Beppe Convertini da Martina franca o quella di una certa Mary Blasy, ghirigori e fiorellini ad imbellire la emme con il puntino fuoriluogo sulla ipsilon. Ma chi è? "Bionda, minigonnata, non l'avevo riconosciuta neanche io" risponde Angelina-"ma l'ho vista presa di mira dai fotografi ed ho pensato che fosse una vip". Interrogati a proposito perfino gli stessi signori dei flashes ignorano il reale ruolo della sopracitata Mary Blasy. Non si sa chi è, ma fa lo stesso. "Noi acchiappiamo tutti, nel mucchio ci starà pure qualcosa di buono"sentenzia uno dei paparazzi di un quotidiano romano. È la filosofia della Roma eternamente in bilico fra alto e basso, nel più, inevitabilmente, c'è anche il meno.

Kermesse culturale?

Ma la festa del cinema romano non doveva essere la kermesse culturale che faceva concorrenza a Venezia? Non poteva davvero, la Festa di Roma, diventare-come nei sogni di Walter Veltroni- il "luogo" in cui la città incontrava il cinema diffondendo un'abitudine/attitudine al consumo di prodotti culturali di serie tripla A invece che la Venezia de' noantri? Forse qualcosa si muove, anzi i numeri sono buoni. Roma risponde, ma su tutto domina quel fastidioso vip watching della folla gelatinosa che plana all'Auditorium non tanto per vedere un film in anteprima, quanto per farsi immortalare con il Famoso di turno o per "taggarsi" sul red carpet. Che poi i famosi siano unicamente morti di fama che vivono di espedienti imbucandosi alle feste importanti (per ora solo quella di Fendi all'Eur) millantando parentele o inesistenti tesserini da giornalisti, non importa. Roma, se arriveranno, accoglierà tutti, la regina delle curvy Elisa d'Ospina o la vivace marchesa Marina Ripa di Meana, Flavia Vento in versione new age o la storica fidanzata di Pippo Baudo (prima delle nozze con Katia Ricciarelli, praticamente 2 vite fa) Adriana Russo, la pierre dell'Auditorium Berta Zezza o la fascinosissima Isabelle Adriani in sontuoso abito da sera con il compagno miliardario Vittorio, cronisti, pseudo tali con mogli al seguito, chef, stilisti, assistenti e addirittura personal trainer. Di tutto, di più. I film, diciamocelo, chi se li ricorda. Se vuoi li vedi al cinema, se capita. Il vero sfizio, la festa sincera è esserci, confondersi, calcare il tappeto diventando "personaggio" anche solo per un paio di minuti. Siate onesti, più che una celebrazione non vi sembra una consunta commedia di quell'Italietta aspirazionale che non passa mai? 

Monica Settadi Monica Setta   
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