La facciata della Regione come “C’è posta per te” con la scritta: “Mi vuoi sposare?”
Al di là di tutte le domande, è sembrato un bellissimo messaggio d’amore che girerà per il mondo e farà girare ancor di più la città
Premessa: in questi giorni Genova è strapiena di turisti, come mai nella storia, grazie a azzeccate campagne di marketing territoriale, al clima, alla bellezza straniante e alla passione per l’Italia, mai così alta come dopo la pandemia. Insomma, ci sono quelli delle crociere, quelli che si sono fermati dopo il Salone Nautico, quelli che sono qui per i quattro giorni di Genova Jeans, più di cento eventi “spalmati” in quaranta e più sedi per celebrare il “Blue de Genes”, la stoffa più famosa al mondo, poi ci sono quelli che aspettano l’edizione di Rolli Days, la celebrazione dei palazzi patrimonio dell’umanità Unesco che furono i primi veri alberghi di lusso della storia, quelli che sono già qui per la Shipping Week, che è la settimana in cui Genova diventa capitale della Blue Economy, con armatori e operatori dello shipping che arrivano qui da tutto il mondo. Più, ovviamente, ci sono i turisti “normali” e i genovesi che stanno godendo di questa fantastica ottobrata mai vista e affollano le spiagge come non mai.
Insomma, tutte queste categorie in genere la sera, dopo la cena fuori, lo struscio e il gelato, passano da piazza De Ferrari, che è il centro civile della città, su cui si affaccia il palazzo sede della Regione Liguria che, dallo scorso 8 dicembre, con l’accensione delle luci di Natale, è diventato anche un maxischermo multifunzione. Grazie ai led disseminati davanti alla facciata, invisibili di giorno e luminosissimi di notte, vengono proiettati infatti i principali appuntamenti culturali e teatrali della regione, le pubblicità delle sagre sul territorio, le maggiori bellezze turistiche liguri, a rotazione.
Insomma, l’uovo di Colombo, anche perché il tutto è sostanzialmente a costo zero e fa seguito agli anni pre-Toti in cui si sosteneva che nulla poteva essere proiettato su quella facciata per non mettere a rischio la sicurezza stradale.
Poi, i led vengono anche utilizzati per le feste comandate, da quella di San Valentino a quella dei nonni, con la proiezione dei più bei messaggi arrivati via mail in Regione, per ricordare personaggi politici scomparsi - e ogni volta è una bufera da una parte o dall’altra - da Silvio Berlusconi a Giorgio Napolitano, o personaggi che hanno significato molto per la Liguria o per l’Italia, da Raffaella Carrà a Gianluca Vialli, passando per Toto Cutugno.
Insomma, questo è il contesto.
Ma, stavolta, la storia sta tutta nel testo perché, per la prima volta, la facciata di Regione Liguria è diventata una sorta di “C’è posta per te” con la scritta: “Mi vuoi sposare?”, con le due “o” sostituite graficamente da due fedi.
Una cosa molto romantica che, oltre ovviamente ai futuri sposi, ha rapito i turisti e anche moltissimi sul web che hanno partecipato alla gioia dei due ragazzi, per la prima volta al mondo con una proposta simile su un palazzo istituzionale.
Poi, certo, non sono mancati gli haters come sempre, chi un po’ bacchettone, chi un po’ gufo, chi un po’ rosicone per l’avvenenza degli sposi, chi appassionato di Corte dei Conti sempre e comunque, che semplicemente difendendo “la sacralità dell’istituzione”. E così sulle pagine di Regione Liguria che hanno rilanciato tutto questo è stato un florilegio di “chi paga?”, “tanto divorzierete presto”, “pensate piuttosto alla sanità”, classico evergreen questo qualsiasi sia l’argomento in questione, “perché proprio questi due?”, con complottismo degno di miglior sorte, “ viva la sobrietà” e dintorni.
A me, al di là di tutte le domande, è sembrato un bellissimo messaggio d’amore che girerà per il mondo e farà girare ancor di più Genova appena gratificata dal Financial Times del titolo di “Gemma segreta d’Italia” con “Chiese che rivaleggiano con quelle di Napoli accanto a palazzi aristocratici che posso essere paragonati, in magnificenza e numero, a quelli di Roma”, dopo la Cnn e Forbes che l’hanno citata fra le mete ideali.
E Giovanni Toti, con il suo staff della comunicazione guidata da Jessica Nicolini che una ne fa e cento ne pensa, gongolano: “Francesca e Andrea si sono detti 'sì' in piazza De Ferrari a Genova, ieri sera, illuminati dallo schermo led del palazzo della Regione su cui è apparsa la scritta ‘Mi vuoi sposare?’. Una proposta di matrimonio davvero originale, che ha lasciato la futura sposa senza parole. In poche ore il video registrato dagli amici della coppia ha già fatto il giro della rete suscitando tantissime reazioni di auguri. “L’amore ha trionfato a Genova. Complimenti Andrea, cittadino ligure, che guardando il nostro schermo ha avuto questa bellissima idea per conquistare Francesca e tutta la piazza. Alla sua richiesta, arrivata via mail, non potevamo certo dire di no. Auguri ai futuri sposi da tutta la Liguria!". Queste le parole del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dopo la singolare proposta di matrimonio fatta da Andrea a Francesca in piazza De Ferrari sul maxischermo di Regione Liguria”.
E la domanda sul palazzo della Regione si somma a quella nella scorsa legislatura dell’ex deputato della Lega ed attuale sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro che, intervenendo in un dibattito alla Camera dei deputati, chiese “ Elisa mi vuoi sposare?”. La risposta fu sì, per la cronaca. Ma tutto questo non deve far pensare che la Liguria sia solo il paradiso dei romanticoni. Due, anzi tre, eccellenze nelle rispettive categorie abituati a lavorare proprio con Regione Liguria, hanno recentemente rivoluzionato il linguaggio. Il primo è stato Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova e unico regista della storia a firmare quattro inaugurazioni del 7 dicembre alla Scala, che - commentando le cariche che vogliono essere declinate semanticamente al maschile - ha detto: “Benissimo, quindi d’ora in poi chiamatemi direttrice. Io sono direttrice del Teatro e Stefania Opisso è la vicedirettrice”.
E la vicepresidente del CONI Silvia Salis, due Olimpiadi nel lancio del martello, e suo marito, il regista Fausto Brizzi, hanno deciso di chiamare il loro bimbo Eugenio, dandogli solo il cognome materno, Salis, per dare un segno verso la parità fra i genitori. Insomma, il più classico dei “Mi vuoi sposare?” fiorisce nel più moderno dei mondi, delle regioni e delle Regioni.