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Sarà un’estate torrida come quella record del 2003, quando l'ondata di calore può uccidere

Questa settimana siamo arrivati a 6 gradi sopra la media stagionale. La prossima, toccheremo gli 8-10 gradi oltre il normale. Nel mondo, tuttora, si muore più per il freddo che per il caldo, ma l'equilibrio sta per rovesciarsi. I meteorologi hanno cominciato a parlare di “killer heatwaves

Maurizio Riccidi Maurizio Ricci   
Caldo torrido
(Foto ansa)

E' il giugno più torrido dal 2003, quella terribile estate che si lasciò dietro 50 mila morti per colpa del caldo. All'invito di Mario Draghi a scegliere fra la pace (in Ucraina) e i condizionatori, la risposta di massa sembra essere stata per i secondi: a Milano c'è stato più di un blackout dell'elettricità, in diverse zone della città, per colpa dell'eccesso di consumi.

Caldo record

Del resto, la media delle temperature massime, ancora a Milano, nella prima metà di giugno, è stata di 30,8 gradi, contro i 27,4 gradi, registrati, in media, nello stesso periodo, fra il 1991 e il 2020. Ma è solo un assaggio: la prossima settimana sarà peggio. Fra martedì e venerdì ci saranno picchi di 37-38 gradi a Milano e Roma, 40 gradi a Bologna, per colpa di una martingala di anticicloni africani che si saldano l'uno con l'altro. Questa settimana siamo arrivati a 6 gradi sopra la media stagionale. La prossima, toccheremo gli 8-10 gradi oltre il normale.

Il ruolo del cambiamenti climatici

Siamo, insomma, già nel bel mezzo di una di quelle ondate di calore che il cambiamento climatico sta rendendo sempre più frequenti e più lunghe. Sono loro che stanno cambiando un macabro bilancio: nel mondo, tuttora, si muore più per il freddo che per il caldo, ma l'equilibrio sta per rovesciarsi. I meteorologi hanno cominciato a parlare di “killer heatwaves”, ondate di calore assassine, per lo strascico di morti che determinano. In realtà, la definizione di ondata di calore cambia – come è anche logico – a seconda dell'area interessata. In Olanda, ad esempio, si parla di heatwave quando la temperatura è sopra i 25 gradi per cinque giorni o sopra i 30 per tre giorni, giornate che noi – quasi quasi – definiremmo fresche. In Italia, si parla di ondata di calore per temperature sopra la media stagionale per oltre 5 giorni.

Quando il caldo può uccidere

Gli americani rovesciano la prospettiva: parlano di ondata di calore, quando non le massime, ma le minime sono per due o più giorni sopra la media stagionale. Dal punto di vista medico, hanno ragione: è di notte che è più difficile smaltire il caldo, perché l'umidità è più alta e la combinazione con l'alta temperatura può essere letale. In Europa e in America le chiamiamo “notti tropicali”, quando la temperatura notturna resta sopra i 20 gradi. Sulla base del numero di notti tropicali consecutive, le ondate di calore sono passate da una media di due all'anno negli anni '60 a sei l'anno oggi.

Lo jet stream

Il moltiplicarsi delle ondate di calore è un effetto inevitabile del riscaldamento globale. Statisticamente, l'aumento di un grado della temperatura media annuale si traduce in dieci volte il numero di giornate oltre i 40 gradi. Gli scienziati ne fanno risalire la causa a modifiche nel jet stream, la corona di venti che circonda il Polo Nord. L'Artico più caldo significa che la differenza di temperatura con l'Equatore è minore e quindi è minore la differenza di pressione atmosferica. Il risultato è l'indebolirsi del jet stream e, dunque, anche dei mutamenti del meteo quotidiano: una volta che si è stabilita, l'ondata di calore si perpetua più a lungo, ogni giorno peggiore del precedente, perché il calore continua ad accumularsi.
E l'aria calda si carica più facilmente di umidità. E' un punto chiave, perché l'ondata di calore killer è il risultato della somma di temperatura e umidità. Una temperatura più alta è più sopportabile, se l'umidità è bassa, di una temperatura più mite ma con l'aria più umida.

Il mix di temperature e umidità

Lo sappiamo dall'esperienza quotidiana, ma, in effetti, il mix di temperatura e umidità può raggiungere una soglia, oltre la quale anche un adulto sano muore, pur restando all'ombra e con acqua a volontà a disposizione. Tutto ruota intorno alla sudorazione. Come altri mammiferi (pensate al cavallo), l'uomo ha un sistema di raffreddamento corporeo, basato sul sudore, assai efficiente. Il liquido espulso dal corpo evapora e l'evaporazione raffredda il corpo. Ma che succede se la temperatura esterna è uguale a quella del corpo (36 gradi) e l'umidità è vicina al 100 per cento? In un'aria così satura di umidità, l'evaporazione non può avvenire, il corpo non si raffredda, l'uomo muore nel giro di poche ore.

Il “wet bulb”

Per misurare questa soglia, gli scienziati utilizzano il “wet bulb”, ovvero avvolgono un termometro in un panno bagnato e misurano la temperatura più bassa a cui arriva l'aria solo raffreddandosi per via dell'evaporazione. Sembra complicato, ma sapere che risposta darebbe il wet bulb, qui e ora, a casa nostra, è facilissimo. Basta cercare in rete un qualsiasi “wet bulb calculator”, inserire due dati che ci sono in qualsiasi bollettino meteo – temperatura e umidità - e vedere il risultato. Il numero magico – o maledetto – è 36. Una temperatura con panno bagnato oltre 36 significa che il corpo non riesce a raffreddarsi e si rischia un esito letale. Man mano che il mondo si riscalda, questo calculator diventa sempre più minaccioso. Presto intere regioni, in Africa o nell'Asia meridionale, potrebbero diventare inabitabili, scavallando quota 36. Ma la cosa tocca da vicino anche noi.

Ultimo rapporto Onu

L'ultimo rapporto Onu valuta che, con una temperatura media salita di 2 gradi, rispetto all'era preindustriale (attualmente siamo a 1,2 gradi in più) intorno al Mediterraneo, nel 2100, 200 milioni di persone rischino questa quota 36.
In realtà, il bulbo bagnato non è un indicatore definitivo. Nell'estate 2003, 50 mila persone sono morte in Occidente con un wet bulb sotto 30. E, per quanto sentiate caldo, la soglia maledetta resta piuttosto remota. Sabato pomeriggio, a Milano, con una temperatura di 33 gradi e l'umidità a 32 per cento, il calculator dava 21. Al picco di caldo di martedì prossimo, sempre a Milano, con una temperatura diurna di 36 gradi e l'umidità a 46, l'indice sarà a 26,6. E la notte di martedì, minima a 22, ma umidità a 57 per cento? Il wet bulb calculator registrerà il valore di 16. Sudate copiosi.

 

Maurizio Riccidi Maurizio Ricci   
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