L'operazione verità su Ong e traffico di migranti. Dobbiamo dire grazie al procuratore di Catania

È vero che non si devono fare generalizzazioni, anche perché la responsabilità penale è individuale. Ma quello che emerge dai documenti militari e di organismi europei lascia tanti dubbi

L'operazione verità su Ong e traffico di migranti. Dobbiamo dire grazie al procuratore di Catania

Non doveva parlare con la stampa, il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. E per questo è stato processato (mediaticamente) e già condannato. Che ha fatto di così censurabile, il magistrato ritenuto da tutti un moderato, un affidabile capo di un ufficio inquirente? Fate attenzione alle date. L'intervista a Fabio Albanese della Stampa è del 23 aprile scorso. È quella nella quale il procuratore getta ombre sulle Ong che trasbordano i migranti e dichiara l'impotenza a investigare.

Ha sbagliato?

Per chi non guarda il mondo con le lenti del pregiudizio e della ideologia, Carmelo Zuccaro andrebbe premiato. Per l'onestà intellettuale, la capacità di analisi, la moderazione delle sue affermazioni. Ma invece dal 23 aprile, giorno della sua intervista, si scatena il finimondo. Peccato che un mese prima, il 22 marzo, il procuratore era stato sentito dal Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen. Un'audizione che trovate sul sito del Parlamento, pubblicata da tiscali.it e che merita di essere letta. Perché dice molto di più di quanto poi ha spiegato ai quotidiani, alle radio, alle televisioni.

Doveva tacere in Parlamento?

Qualcuno lo dica chiaramente. È che le Ong per una parte del mondo della informazione e della politica sono un feticcio, un simulacro che se solo sfiorato da dubbi scatena l'inferno. Quello che sta emergendo, anche grazie a Tiscali.it, è un «sistema Ong» che non funziona.  Al di là degli aspetti penali - dovrà essere la magistratura a fare chiarezza - i fatti, i numeri, i filmati, le fotografie, le testimonianze raccontano un mondo in chiaroscuro. È vero che non si devono fare generalizzazioni, anche perché la responsabilità penale è individuale. Ma quello che emerge dai documenti militari e di organismi europei lascia tanti dubbi. Innanzitutto, la moltiplicazione dei salvataggi da parte di navi riconducibili alle Ong che stazionano ai confini delle acque territoriali libiche, se non dentro le stesse.

Un flusso che aumenta ancora

Questo si è tradotto, negli ultimi mesi, in un aumento esponenziale del numero di migranti diretti in Italia. Se un gommone ne trasportava al massimo 100, oggi ne carica 170. Sapendo che dovrà navigare tra le 7 e le 12 miglia, o poco più, perché ci sono navi pronte a raccogliere i migranti, i trafficanti caricano all'inverosimile i natanti. Da meno del 5% di trasbordo del primo semestre dello scorso anno al 40% dei mesi seguenti. Come si spiega questo aumento vertiginoso degli interventi delle Ong? In più di un episodio affiorano dubbi su rapporti non chiari tra Ong e trafficanti. Un pattugliatore europeo capta una conversazione su un canale delle radiofrequenze nella quale presumibilmente un membro dell'equipaggio della nave Ong comunica la posizione e da terra avvertono che il carico sta per arrivare. In un altro video i trafficanti mentre le operazioni di trasbordo sono ancora in corso, smontano e recuperano il motore fuoribordo del gommone senza trovare nessuna opposizione. Siamo solo all'inizio di una operazione verità. E dobbiamo ringraziare il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro.