Donna accoltellata, interrogato per 5 ore il compagno: "Ho ripetuto le cose già dette, purtroppo non sono stati di aiuto"
Non ci sono ancora nuovi elementi nel caso di Sharon Verzeni, uccisa mentre camminava nei pressi di casa sua a Terno d'Isola. Gli inquirenti stanno sentendo tutti i vicini
Il mistero sulla morte di Sharon Verzeni continua. Le indagini proseguono serrate ma per ora, a quanto si apprende, non si registrano novità. Chi ha ucciso e perché la giovane donna mentre camminava con le cuffiette alle orecchie nei pressi della sua casa in via Castegnate a Terno d'Isola, resta avvolto nella nebbia. Mercoledì è stato interrogato ancora una volta il compagno, Sergio Ruocco, 37 anni, che quella notte stava a casa a dormire. Si è presentato in caserma accompagnato dal padre Mario.
"Purtroppo non credo di essere stato di grande aiuto. Mi hanno chiesto le solite cose, come andava tra noi, come era la vita di Sharon, anche dei suoi rapporti al lavoro", ha detto Ruocco che nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio, era a casa a dormire. Al Corriere della Sera ha riassunto quanto detto ieri ai carabinieri di Bergamo, in un interrogatorio durato cinque ore. Con i carabinieri del Nucleo investigativo e del Ros, assente il pm Emanuele Marchisio, l'uomo ha ripercorso anche le ore precedenti al delitto: "Ma non ho potuto fare altro che ripetere quello che avevo già detto".
Ruocco è stato ascoltato in caserma, dove si è presentato in compagnia del padre, e alla fine ha lasciato la struttura di via delle Valli senza parlare con i cronisti. L'uomo, che di professione fa l'idraulico, era già stato sentito nelle ore immediatamente successive all'omicidio, anche perché le attenzioni degli investigatori si erano concentrate - com'è naturale in casi del genere - proprio su di lui: aveva raccontato ai carabinieri di Bergamo e al sostituto procuratore titolare del caso, Emanuele Marchisio (oggi è stato invece sentito soltanto dai militari dell'Arma), che quando Sharon era uscita dalla loro casa per fare la sua consueta passeggiata serale, consigliatale dalla dietologa, era andato a letto perché si sarebbe poi alzato presto la mattina dopo. Alibi confermato anche dalle immagini delle telecamere di due abitazioni vicine, che non avevano ripreso nessun altro uscire dalla loro casa dopo Sharon, né dal cancello anteriore e neppure dalla parte posteriore della recinzione.
Interrogati tutti i vicini di casa
Da alcuni giorni i carabinieri di Bergamo e Zogno hanno iniziato a sentire uno a uno tutti i residenti della zona di via Castegnate, alla ricerca di qualche appiglio e di qualche testimonianza che possa rivelarsi utile in un'indagine piuttosto difficile e che vede gli inquirenti trincerati dietro il massimo riserbo. Riserbo mantenuto anche in merito all'interrogatorio di oggi: Ruocco si è presentato senza avvocato (per essere sentiti come persone informate sui fatti non è infatti necessario avere il supporto di un legale).
Accanto a questi accertamenti 'tradizionali' proseguono anche le indagini tecniche: i carabinieri del Ros stanno analizzando oltre cento ore di filmati delle telecamere di Terno d'Isola e dei paesi circostanti, mentre i loro colleghi del Ris di Parma si stanno occupando degli accertamenti scientifici sugli abiti di Sharon, su alcuni campioni prelevati durante l'autopsia e su alcuni coltelli trovati nella zona nei giorni successivi al delitto, alla ricerca del Dna dell'assassino.
Dal giorno dopo il delitto, Ruocco si è di fatto trasferito a Bottanuco a casa dei genitori di Sharon, dove è rimasto a vivere, anche perché la casa dove la coppia abitava da tre anni è sotto sequestro. I rapporti tra l'uomo e i suoceri sono sempre stati ottimali. Lo stesso Ruocco aveva raccontato alla stampa di aver saputo che Sharon era stata accoltellata ed era morta soltanto alle 16 del giorno dopo l'omicidio, dunque esattamente due settimane fa, martedì 30 luglio, quando era uscito dalla caserma dei carabinieri: la donna era infatti morta all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo la mattina dopo l'aggressione, per le conseguenze delle coltellate (tre su quattro si erano rivelate letali).
Nessun movente apparente
Proprio la profondità dei fendenti aveva spinto gli inquirenti a ipotizzare che il killer volesse uccidere proprio Sharon: ma, a distanza di due settimane, dalla vita della barista non è emerso neppure uno straccio di possibile movente che possa aver spinto qualcuno ad agire con tanta efferatezza.