Quanti amanti hai, sono gay, etero o stranieri? Il nuovo questionario Avis per i donatori
Il documento da compilare prima di offrirsi per contribuire alle banche del sangue è dettagliatissimo. Volutamente, per decreto. E fa discutere

Con chi sei andato a letto di recente? Gay? Trans? Etero? Quante volte, figliolo? Non ce lo chiede il prete nel confessionale, ma il nuovo questionario che l'Avis fa compilare prima delle donazioni di sangue (consultabile qui). E perfino in tempi di addio consapevole alla privacy, a colpi di video hot su Whatsapp, foto con amici e amanti a vario titolo ostentate su Facebook, compresi gli scatti con le trentadue persone che condividevano il party selvaggio della sera prima, tutte rigorosamente taggate con chiare indicazioni di luogo e orario, ebbene, la pensata del Ministero della Salute data in consegna all'Avis fa discutere.
Dare il sangue, in tutti i sensi
Non bastano, dunque, le eterne polemiche sulla sicurezza presunta e reale delle banche del sangue, la disponibilità sempre molto variabile di medici per terapie farmacologiche e pratiche chirurgiche alternative alle trasfusioni, gli eco dei vecchi scandali anni Ottanta che hanno lasciato il segno su donatori e riceventi. Si aggiunge il fuoco di fila di domande sulle abitudini sessuali di chi si presta a donare il sangue. Su quale percentuale di rapporti gay ed etero si sono avuti nelle settimane precedenti, quanti orali, quanti anali, se con scambio di denaro o di droga, quanti con stranieri. I quesiti sono volutamente dettagliati, per decreto ministeriale, ed è il Ministero della Salute ad aver elaborato l'impostazione del questionario . Con ovvia polemica.

Pertinenti o no?
E' stata la Lega Nord ad annunciare una petizione per chiedere, in sede regionale lombarda, una revisione dell'impostazione del questionario dell'Avis. I motivi sono intuibili: quella raffica di domande a sezionare le abitudini sessuali dei donatori sono davvero pertinenti? Non basta la certificazione di "pulizia" del sangue fornita dalle analisi di laboratorio. E in uno scenario di continua richiesta di donare il sangue, così non si rischia di far scappare i meglio disposti? Domande a cui rispondere, magari appena dopo quelle di un ministero della Salute in versione detective.