Lavoro, tempo libero e sport: le disposizioni dell'Inail per ripartire in sicurezza
Le previsioni dell’Istituto dovrebbero orientare le decisioni del governo. Dallo scaglionamento degli ingressi alla rilevazione della febbre, dalle misure per la mensa allo smart working. Ma anche le passeggiate, gli spostamenti, i bar e i ristoranti. Come uscire di casa e andare a trovare i parenti
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha da poco annunciato che il Governo sta elaborando un piano per far ripartire l’Italia con la cosiddetta Fase 2 dal 4 maggio. In questo contesto dovrebbe esserci un ridimensionamento dei sacrifici chiesti ai cittadini per la lotta contro il Covid 19, anche se resteranno regole precise da seguire e si annunciano particolarmente severe quelle rivolte alle aziende. A orientare le scelte dell’esecutivo dovrebbe essere un apposito rapporto dell’INAIL, il “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione”.
Vediamo allora le linee fondamentali di questo documento, di cui proponiamo anche la versione integrale in PDF.
Si tratta di un contributo importante che riguarda soprattutto il mondo del lavoro, toccato in modo radicale dall'emergenza.
Secondo stime riportate nella memoria scritta presentata dall’ISTAT al Senato il 25 marzo scorso – si legge nel documento INAIL - l’insieme dei settori attualmente non sospesi comprende 2,3 milioni di imprese (il 51,2% del totale). Questo insieme rappresenta un’occupazione di 15,6milioni di lavoratori (66,7% del totale), mentre i sospesi ammontano a circa 7,8 milioni (33,3%). Tuttavia, in considerazione del dato reale al netto di tutte le forme di lavoro a distanza e dell’incentivazione dei periodi di congedo e ferie, è stimabile, pure in assenza di un dato puntuale, che circa il 25% dei lavoratori hanno continuato a lavorare in presenza (es. strutture socio-sanitarie, forze dell’ordine, forze armate e i servizi essenziali della pubblica amministrazione, la filiera alimentare, le farmacie, i trasporti, ecc.). Le misure contenitive che hanno riguardato il mondo del lavoro si sono rese necessarie per ridurre le occasioni di contatto sociale sia per la popolazione generale, ma anche per caratteristiche intrinseche dell’attività lavorativa per il rischio di contagio.
Il fenomeno dell’epidemia tra gli operatori sanitari, che sicuramente per questo ambito di rischio è il contesto lavorativo di maggior pericolosità, ha fatto emergere con chiarezza – continua il documento - come il rischio da infezione in occasione di lavoro sia concreto ed ha determinato, come confermato anche dalle ultime rilevazioni, numeri elevati di infezioni pari a circa il 10 % del totale dei casi e numerosi decessi. Tale fenomeno è comune ad altri paesi colpiti dalla pandemia. Per tali motivi, occorre adottare misure graduali e adeguate al fine di consentire, in presenza di indicatori epidemiologici compatibili, un ritorno progressivo al lavoro, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori.
Vengono quindi considerate alcune variabili quali l'esposizione, la prossimità e l'aggregazione, che influenzano il grado di rischio per tipo di attività lavorativa.
Vengono poi elaborate le conseguenziali previsioni del documento su quanto dovrà essere fatto
Orari scaglionati e distanziamento
Stando alle disposizioni previste “nella gestione dell’entrata e dell’uscita dei lavoratori devono essere favoriti orari scaglionati e laddove possibile, prevedere una porta di entrata ed una di uscita dedicate". Inoltre sono da limitare “al minimo indispensabile gli spostamenti all’interno dell’azienda”. Allo stesso modo “non sono consentite le riunioni in presenza, favorendo il collegamento a distanza o, se le stesse sono necessarie, possono avvenire garantendo un adeguato distanziamento e riducendo al minimo il numero di partecipanti”. Quanto all’accesso di fornitori esterni “potrà avvenire secondo modalità, percorsi e tempistiche ben definite dall’azienda” e per le attività di carico e scarico “si dovrà rispettare il distanziamento”.
Soluzioni organizzative innovative
In ogni caso “al fine anche di ridurre il contatto sociale nell’ambiente di lavoro potranno essere adottate soluzioni organizzative innovative che riguardano sia l’articolazione dell’orario di lavoro sia i processi produttivi, limitando anche la necessità di trasferte. L’articolazione del lavoro potrà essere ridefinita con orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità di orari. È essenziale evitare aggregazioni sociali anche in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro e rientrare a casa (commuting), con particolare riferimento all’utilizzo del trasporto pubblico. Per tale motivo è necessaria un’azione integrata per mitigare questa tipologia di rischio tramite misure organizzative dedicate, ad esempio adottando piani di mobilità adeguati, misure specifiche per disciplinare l’uso dei mezzi pubblici o incentivando forme di trasporto sul luogo di lavoro differenti, anche con il mezzo privato”.
Pulizia giornaliera e mezzi idonei
L’azienda dovrà curare l’affissione di “locandine sulle misure di igiene personale”, nonché mettere a disposizione “idonei mezzi detergenti per una raccomandata frequente pulizia delle mani”. Gli esperti ritengo inoltre opportuno “soprattutto nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di Coronavirus prevedere, alla riapertura, una sanificazione degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni. In ogni caso va garantita la pulizia giornaliera dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni nonché la sanificazione periodica”.
Controllo della temperatura corporea
Si evidenzia inoltre come “nella fase di transizione, va considerato il rischio di una riattivazione di focolai nei luoghi di lavoro”, per cui dovranno essere predisposti appositi “termoscanner all’ingresso”. Di conseguenza, qualora la “temperatura risultasse superiore ai 37,5° C, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro”. I soggetti in quelle condizioni dovranno “essere momentaneamente isolati e forniti di mascherine, non dovranno recarsi al pronto soccorso o nelle infermerie di sede ma contattare il proprio medico curante”. Il lavoratore, in caso di “sintomi di infezione e tosse dovrà dichiararlo immediatamente all’ufficio del personale e si dovrà procedere al suo isolamento”.
Favorire il lavoro a distanza e contenere i rischi
Secondo gli esperti dell’Inail va incentivato il “lavoro a distanza”. A questo proposito i documento precisa però che “l’utilizzo di tali forme di lavoro a distanza necessita tuttavia di rafforzare le misure di supporto per la prevenzione dei rischi connessi a questa tipologia di lavoro, in particolare fornendo assistenza nell’uso di apparecchiature e software nonché degli strumenti di videoconferenza, incoraggiando a fare pause regolari; in aggiunta, il management dovrà tenere conto della necessità di garantire il supporto ai lavoratori che si sentono in isolamento e a quelli che contestualmente hanno necessità di accudire i figli”.
Mense e spazi comuni
Disposizioni particolari sono previste per gli spazi comuni e le mense. Il rapporto dell’INAIL prevede a proposito degli “ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente, soluzioni innovative come il riposizionamento delle postazioni, l’introduzione di barriere separatorie (pannelli in plexiglass, mobilio e così via.). Per gli spazi comuni, comprese le mense aziendali, i punti di ristoro e gli spogliatoi, i servizi igienici, deve essere prevista una ventilazione continua degli ambienti, una turnazione nella fruizione nonché un tempo ridotto di permanenza all’interno degli stessi, naturalmente con adeguato distanziamento. Devono essere limitati al minimo indispensabile gli spostamenti all’interno dell’azienda”.
Nel caso di lavoratori che non necessitano di particolari strumenti e/o attrezzature di lavoro e che possono lavorare da soli, gli stessi potrebbero, per il periodo transitorio, essere posizionati in spazi ricavati ad esempio da uffici inutilizzati, sale riunioni, ecc.
Formazione e informazione
“Imprescindibile – secondo il documento - mettere in atto un’incisiva ed efficace attività di informazione e formazione, con particolare riferimento al complesso delle misure adottate cui il personale deve attenersi; è altresì necessario realizzare un’efficace comunicazione anche finalizzata ad evitare, ad esempio, forme di stigmatizzazione nei confronti di lavoratori che provengono da aree a pregresso maggior rischio nonché a favorire –in tempo di “infodemia”-l’accesso a fonti istituzionali per le informazioni, evitando così il moltiplicarsi di fake news”.
Quando uscire di casa
Il documento dell’Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro contiene comunque le indicazioni per il riavvio di attività produttive e negozi, anche in base a date e modalità differenti in relazione alle singole regioni, alle tipologie delle attività e alle età delle persone, ma anche altre disposizioni. L’orientamento è quello di consentire di uscire di casa anche senza “comprovati motivi”, dunque anche per andare, per esempio, a trovare un familiare o a fare una passeggiata. Ci si vuole però attenere a criteri di cautela per evitare di far partire una seconda ondata di contagi.
Il tempo libero
Sarà consentito uscire a passeggiare anche fuori dai dintorni di casa, ma da soli o – al massimo – in due qualora non si tratti di conviventi a patto di mantenere la distanza. Quando non si può stare ad almeno un metro di distanza, sarà obbligatorio indossare mascherina e guanti anche per spostarsi a casa dei familiari. Adottando queste precauzioni sarà possibile tuttavia tornare a incontrarsi. Resta il divieto di assembramento, dentro e fuori, soprattutto allo scopo di proteggere i giovani.
Andare da un Comune all’altro
Forse non sarà disposto immediatamente, ma se l’indice di contagio diventerà rassicurante, è probabile che si potrà andare da un comune ad un altro e anche spostarsi in altre regioni. Cosa che dovrebbe favorire una ripartenza graduale del turismo. Una delle precauzioni potrebbe essere quella di utilizzare una sorta di numero chiuso per gestire i movimenti in relazione ai vari comuni o zone.
Bar e ristoranti
Per tornare a come eravamo prima del Covid occorrerà mettere in sicurezza i locali. In un primo momento si potrà favorire il ricorso al cibo da asporto, poi si potrà magari riaprire raccomandato l’utilizzo di mascherine e guanti per il personale, e utilizzando il distanziamento, senza escludere, dove possibile, l’installazione di veri e propri divisori tra i tavoli.