Docente precaria riceve una busta paga da un euro, la denuncia dei sindacati: "Accanimento fiscale che umilia gli insegnanti"
E' accaduto a Napoli, a denunciarlo una sindacalista. L'interessata aveva pensato a un errore, ma ha dovuto fare i conti con la dura realtà. La sindacalista: "Come si fa a pagare le bollette e l'affitto?"

Può un docente ricevere una busta paga da un euro? In Italia si può. E' accaduto a Frattamaggiore, in provincia di Napoli, dove una docente precaria, insegnante di una scuola media, ha ricevuto per il mese di gennaio un cedolino nel quale il netto in busta risulta essere di 1 euro. Inizialmente l'insegnante ha pensato a un errore, poi la dura realtà. La denuncia arriva da una sindacalista della UIL Scuola Rua Campania, Roberta Vannini, la quale ha pubblicato nel suo profilo facebook l'immagine del documento reddituale da cui risulta l'applicazione di ritenute fiscali e previdenziali, dalle competenze fisse alle quali si sono aggiunti i conguagli. Nel risultato c'è tutto il senso della disistima nei confronti del lavoro dei docenti. "Ho controllato le mie buste paga pregresse e non ho mai preso un centesimo in più rispetto al dovuto", ha detto da docente in un'intervista a Repubblica.
"Come può un lavoratore della scuola sopravvivere con un euro di stipendio? Siamo di fronte a un accanimento fiscale che umilia i lavoratori della scuola, già vessati da precariato e stipendi inadeguati", scrive invece la sindacalista sul social mettendo in luce l'assurdità di questo sistema fiscale.
"Inaccettabile: intervenga il ministero"
Quello che Vannini denuncia è l'impossibilità di sapere in tempo utile quale mannaia fiscale si abbatterà sullo stipendio e l'impossibilità di procedere a una rateizzazione che con ogni evidenza mette l'insegnante nella condizione di non poter far fronte alle spese mensili, fatte di affitto, bollette, cibo e così via. "Sarebbe opportuno che il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero dell'Istruzione e del Merito intervenissero per porre fine a questa ingiustizia", afferma la sindacalista.
E questo non è un caso isolato, sostiene. "Molti docenti e ATA subiscono questi ricalcoli in silenzio, temendo ripercussioni o provando vergogna a denunciare", spiega Vannini che chiama in causa lo Stato che deve "dimostrare più rispetto per i suoi dipendenti, garantendo stabilizzazione e contratti adeguati per garantire il potere di acquisto dei lavoratori".