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"Niente baci e abbracci fino al 2022". Aperture e chiusure a rubinetto e una vita da sorvegliati speciali

Tornare a vivere come prima entro pochi mesi? Impossibile. Almeno secondo gli esperti che prevedono tempi lunghi e uno stile di vita che non sarà più lo stesso

Maria Elena Pistuddidi M.E.P.   
'Niente baci e abbracci fino al 2022'. Aperture e chiusure a rubinetto e una vita da sorvegliati...

Se il presente si mostra in tutta la sua drammaticità, il futuro più immediato rischia di deludere parecchio le nostre aspettative. Perlomeno sul poter tornare a vivere come prima entro pochi mesi. Non sarà così e a quanto pare dovremo rinunicare a baci, abbracci e strette di mano per un lungo periodo. Secondo uno studio realizzato dalla Harvard Th Chan School of Public Health, l’Istituto di salute pubblica della prestigiosa università statunitense, saranno necessarie misure di distanziamento sociale non solo nella fase dell’emergenza Coronavirus, ma per un periodo più lungo. Probabilmente, anche nel 2022. Solo così sarà possibile, insomma, controllare l’epidemia ed evitare il rischio di nuovi contagi.

Ipotizzabili aperture e chiusure "a rubinetto"

Secondo la ricerca, per quanto tempo dovremo tenerci a distanza per frenare la pandemia da Coronavirus non è proprio chiarissimo. Certo è che, utilizzando un modello matematico applicato agli Stati Uniti d’America, è stato valutato che gli interventi una tantum saranno insufficienti per mantenere l’epidemia di Covid-19 nell’ambito della sostenibilità delle terapie intensive del Paese. Di buono c'è che le variazioni stagionali della trasmissione, potrebbero facilitare il controllo dell'epidemia durante il periodo estivo ma è facile pensare che si possa assistere ad un nuovo aumento di casi con l'affacciarsi dell'autunno. Per salvare il salvabile dunque gli studiosi ipotizzano delle "aperture e chiusure a rubinetto", a seconda ciioè della situazione climatica e delle sue conseguenze sull'andamento del virus.

Pregliasco: "sarà una vita da sorvegliati speciali"

A sostenere la tesi secondo cui la strada per uscire completamente dal tunnel non sia vicina e che ci ritroveremo in pratica a vivere da sorvegliati speciali è anche il virologo Fabrizio Pregliasco, dell'Università di Milano, che sottolinea come la nuova parola d'ordine per il prossimo futuro dovrà essere 'gradualità'. "Non possiamo pensare - afferma - che la ripresa e la riapertura di attività e vita sociale avvenga da un giorno all'altro e come se nulla fosse cambiato. La ripresa dovrà infatti avvenire con una exit-strategy graduale e credo che dovremo comunque mantenere alcune limitazioni".

Ripartenza graduale e differenziata in base alle fasce d'età

Ad esempio, rileva, "penso che si dovranno mantenere delle limitazioni ancora a lungo per gli eventi che determinano grandi assembramenti". Ed ancora: riaperte scuole ed aziende, "dovremo comunque continuare ad adottare misure di precauzione quali la distanza di sicurezza". La ripartenza inoltre, secondo l'esperto, "dovrebbe tenere conto anche di una gradualità sulla base delle fasce di età, con maggiori precauzioni per gli anziani ed i soggetti più fragili".

Misure di isolamento anche per "disinnescare" gli asintomatici

Un invito alla massima cautela nella ripartenza arriva anche da Pierluigi Lopalco, docente di Igiene e all'Università di Siena e responsabile epidemiologia nella task force per il coronavirus della Regione Puglia. "Bisognerà adottare misure di prudenza per prevenire il rischio di una epidemia di ritorno, anche considerando il ruolo dei soggetti positivi ma asintomatici", avverte. Da studi cinesi sembrerebbe che la dispersione del virus da parte dei positivi asintomatici, spiega, "si verificherebbe per 4-5 giorni, dunque per un tempo limitato. Le misure di isolamento, pertanto, sono efficaci anche per disinnescare il rischio di trasmissione da asintomatici". E' presumibile che, anche dopo la ripartenza, di "nuovi focolai potranno essercene. Per questo - conclude - bisogna pensare ad un sistema di sorveglianza molto forte".

 

 

Maria Elena Pistuddidi M.E.P.   
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