Cinque discariche bruciate e l'affare da 10 milioni di euro. Così sono resuscitati i casalesi
Ecco quello che è successo in meno di una settimana e che preoccupa gli investigatori dell'ambiente, che stanno esaminando le ditte che potrebbero aggiudicarsi i lavori per le bonifiche
Sono tornati i piromani. Sono i Casalesi che vogliono accaparrarsi i fondi pubblici. Ci sono in gioco dieci milioni di euro che la Giunta Regionale della Campania ha appena stanziato per le bonifiche delle discariche. E quelle incenerite sono ancora più pericolose.
È allarme in Campania dove, nella settimana scorsa, sono state incendiate cinque discariche. Sono preoccupati gli investigatori dell'ambiente: «È vero che all'improvviso è esploso il caldo ma cinque incendi nell'arco di pochi giorni fa riflettere. Ma gli incendi quasi in contemporanea da Villa di Briano a Calvi Risorta, dalle pendici del Vesuvio a Taverna del Re fanno ipotizzare una unica mano».
Avvisaglie si erano già manifestate questo inverno. Nel regno di Gomorra, a Villa Literno, erano andate in fumo quattromila metri quadrati di ecoballe. Era arso l'intero Lotto 5, in piena notte, il 18 marzo scorso. Erano in corso le operazioni di smantellamento e imballaggio di rifiuti - operazioni volute e finanziate dalla Regione Campania - a opera della ditta Vibeco, che aveva vinto regolarmente la gara d'appalto.
Questi incendi potrebbero essere segnali di guerra di chi si sente escluso dall'affare delle bonifiche delle discariche. Finalmente la Regione del governatore Vincenzo De Luca ha deciso di intervenire in un settore contaminato da interessi criminali, quello dei rifiuti, ed ecco che quegli interessi mafiosi si fanno sentire.
La settimana scorsa, alle falde del Vesuvio, nel comune di Ercolano, sono state incendiate Cava Monti e Cava Fiengo, due cave trasformate abusivamente in discariche di rifiuti pericolosi (tra cui catrami, amianto, pneumatici, materiali ferrosi). Contemporaneamente, prendeva fuoco la discarica di Villa Di Briano, comune più volte sciolto per infiltrazioni della camorra dei Casalesi. Una discarica di 300.000 metri quadrati di rifiuti seppelliti fino a 14 metri sotto terra.
Nella vicina Calvi Risorta, dove due anni fa fu ritrovata la più grande discarica abusiva d'Europa con i suoi 25 ettari e 2 milioni di metri cubi di rifiuti, la dimensione della discarica era stata appena ridefinita in 47 ettari di terreno posto sotto sequestro quando ha preso fuoco. E infine, si sono levate fiamme da diverse ecoballe dell'immenso «parcheggio» di Taverna del Re, parcheggio destinato a essere smantellato e finire nell'inceneritore di Acerra.
Ecco quello che è successo in meno di una settimana e che preoccupa gli investigatori dell'ambiente, che stanno esaminando la posizione delle diverse ditte che potrebbero aggiudicarsi i lavori per le bonifiche delle discariche anche incenerite. Dieci milioni appena stanziati fanno gola a tutti, anche agli interessi criminali. Anche ai Casalesi che vivono oggi un certo risveglio.
Gli incendi stanno provocando la reazione dei cittadini che premono sulle istituzioni per maggiori controlli e per bonificare le aree. È quello che sperano le imprese criminali per tornare a fare il business dei rifiuti.