Di Maio contro Letta per i legami con Autostrade. La replica: "Mi sono dimesso dopo l'ingresso di Atlantia in Abertis"
L'ex premier si difende con una nota: "Sono uscito quando la proprietà è diventata italiana"
Dopo le polemiche legate alle responsabilità e ai conflitti d'interesse tra politici e Autostrade per l'Italia, l'ex premier Enrico Letta interviene a spiegare la sua posizione. "Sono entrato nel Consiglio di Abertis alla fine del 2016, quando questa era una società spagnola, e prima che venisse ventilata l'ipotesi di OPA da parte italiana. Mi sono dimesso volontariamente per evitare conflitti d'interesse", ha detto con una nota pubblicata dal sito Dagospia. A chiamarlo in causa era stato Luigi Di Maio. Il vice premier, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, aveva affermato: "Molti dei personaggi politici che hanno permesso tutto questo, oggi o lavorano per Autostrade per l'Italia o sono loro consulenti. Uno su tutti Enrico Letta, ex presidente del Consiglio, passato per il Cda della società che gestisce le autostrade spagnole, comprate dai Benetton con i soldi dei pedaggi degli italiani".
L'ex presidente del Consiglio ha spiegato perché ha scelto di allontanarsi dalla società: "Da Abertis sono uscito, dimettendomi volontariamente, e dandone pubblica notizia nel maggio scorso, esattamente quando è cambiata la proprietà con l'ingresso di Atlantia", spiega l'ex premier.
Evitare conflitti d'interesse
"Questo perché, proprio per evitare al massimo possibili conflitti di interesse con le mie precedenti funzioni, ho scelto, una volta lasciato il Parlamento, di esercitare attività professionali fuori dall'Italia. È quindi vero proprio il contrario rispetto ai conflitti di interesse di cui, omettendo di raccontare i fatti appena descritti, mi si accusa impropriamente", conclude.
Ma è da alcuni giorni che il balletto di accuse e contraccuse continua. In un post su Instagram, era stato Matteo Renzi a pubblicare un resoconto contabile della Lega in cui compariva il finanziamento di 150 mila euro a carico della Lega da parte di Autostrade. E non è tutto, perché un articolo di Lettera 43 rivelava che anche il premier Giuseppe Conte è stato consulente legale di A