L'informatica contro la paura del cambiamento: il "Pensiero solido" che crea futuro oltre il carcere
Una Fondazione creata dall'ex parlamentare Palmieri e l'esperienza di Cisco Italia, Tiscali/Linkem e Digital 360, formatori digitali in cella, al centro dell'evento che si tiene alla Camera dei deputati. Il racconto dei progetti e delle esperienze
Storie di uomini e donne che si intrecciano alle sbarre carcerarie. Vite sospese tra le quattro mura delle celle di Rebibbia, Regina Coeli, Bollate, Uta: luoghi di espiazione ma anche luoghi dove può avvenire la rinascita. Sociale e umana. Quale sia lo strumento più efficace perché ciò avvenga è notorio, ovvero la riqualificazione professionale che porti a una diversa dimensione di sé e alla possibilità di trovare un nuovo spazio nella società. La "sfida" è ardua. Ma va colta e ci sono storie che lo dimostrano. Come quella di Luigi, raccontata da Avvenire, che sconta una condanna a 9 anni e che, nel carcere di Bollate, incontra un informatico che porta avanti progetti di inclusione. Il giovane impara i linguaggi digitali, anzi scopre di avere una vera passione: studia e sostiene esami. Lorenzo, il docente, assiste al "miracolo", fonda una cooperativa sociale e lo assume. Dandogli nuovi orizzonti.
Tecnologia solidale e carceri
L'esperienza di Luigi e di altre detenute e detenuti è al centro di un evento, l'undicesimo, in programma nella Sala del Cenacolo, dal titolo "Tecnologia Solidale", che riunisce aziende grandi e piccole accomunate dall'interesse verso l'attività sociale e che prende impulso dall'impegno di Antonio Palmieri. L'ex deputato di Forza Italia, che dopo 21 anni di attività politica decide di percorrere la strada dei progetti sociali in carcere, dà vita alla Fondazione Pensiero Solido alla quale devolve il suo assegno di fine mandato parlamentare. La missione dell'ente, nato l'8 novembre scorso, è preceduta un libro, scritto da Palmieri, dal titolo "Tecnologia solidale. Donne e uomini che cambiano in meglio il presente", nel quale sono raccolte 28 storie di tecnologia solidale in atto e 16 dialoghi con esperti che riflettono sul ruolo della tecnologia in una società che ambisca a essere "migliore".
La diretta streaming nel sito della Camera
Digital 360, Linkem/Tiscali e Cisco Europa a confronto
Nel programma del convegno, importanza centrale ha un panel dal titolo "Carcere, digitale, lavoro, libertà!", moderato dal direttore dell'Ansa Luigi Contu, che vede tre grosse imprese che operano nel settore delle telecomunicazioni e del digitale sociale, ovvero Andrea Rangone, presidente Digital360, Davide Rota, ceo Linkem/Tiscali, e Agostino Santoni, presidente Cisco Europa - partner nei progetti - chiamate a spiegare i termini dell'agire comune responsabile. I tre manager racconteranno come si esplica nel concreto la "responsabilità sociale" e la loro esperienza di formatori digitali dietro le sbarre. Tre importanti realtà presenti con progetti all'interno di diversi istituti penitenziari con lo scopo di avviare persone ristrette alle professioni digitali. O, per dirla con la sintesi convegnistica, avviarle alla "libertà".
"La fondazione nasce con l'esigenza di continuare il lavoro portato avanti durante la mia attività parlamentare - spiega Palmieri - nella quale mi sono occupato di digitale, tecnologia e terzo settore. L'attività no profit - continua l'ex responsabile comunicazione di Forza Italia - è il giusto compendio di esperienze fatte di rapporti umani costruiti nel tempo e oggi utili per restituire qualcosa alla società, stando nel cambiamento e mettendo in campo energie positive". Per Palmieri, esperto anche di comunicazioni sociali, tutto questo significa che "l'impegno civico personale continua".
A dimostrare la concretezza del messaggio è il fatto che "Tecnologia solidale" sia giunta alla sua undicesima edizione. E se è vero che l'importanza di questi progetti sta nell'andare incontro al dettato costituzionale della funzione rieducativa della pena è anche vero che si tratta di un importante "investimento in termini umani per una società che sia più inclusiva, ma anche più sicura", sostiene Palmieri.
Il primo corso nel 2000 nel carcere di Bollate
Per capire meglio l'importanza del progetto corre in aiuto il risultato nel concreto: è dal 2000 che Cisco Italia organizza corsi di digitalizzazione nel carcere di Bollate e oggi tiene corsi nelle carceri di Monza, Torino, Roma (Regina Coeli), Napoli Secondigliano e nell'istituto per minori Beccaria di Milano. Più di recente si sono aggiunti altri penitenziari, tra cui quello di Uta in Sardegna in collaborazione con Tiscali/Linkem. Nel 2023 si conteranno altre classi, maschili e femminili, a Rebibbia e Bologna. Esperienze vincenti che parlano di rinascita e cambiamento raccontate anche nel documentario "Second Chance" (disponibile su Discovery+), realizzato dalla comunità di Sant'Egidio in collaborazione con Cisco. Attualmente gli studenti digitali sono 200.