Difende comunità indiegene, gesuita 83enne incarcerato in India

Città del Vaticano, 13 ott. (askanews) - La Compagnia di Gesù chiede il rilascio immediato di padre Stan Swamy, 83 anni, incarcerato in India per aver difeso i diritti delle popolazioni indigene.I gesuiti si stanno mobilitando in tutto il mondo per chiedere la liberazione di p. Stan Swamy.Il gesuita indiano è stato preso in custodia dall'Agenzia Nazionale di Investigazione (NIA) dell'India per presunti legami con i maoisti. Padre Stan, che ha 83 anni ed è in precarie condizioni di salute, ha lavorato instancabilmente per gli emarginati, gli oppressi e altre comunità vulnerabili, specialmente gli indigeni di Jharkhand, in India, per cinque decenni."Siamo scioccati e costernati nell'apprendere che P. Stan Swamy SJ, che ha lavorato tutta la vita per dare voce agli emarginati e ad altre persone vulnerabili, è stato preso in custodia dalla NIA", ha detto padre George Pattery, Presidente della Conferenza gesuita dell'Asia meridionale, in una lettera aperta del 9 ottobre, chiedendo l'immediato rilascio del confratello.Anche il Segretariato per la Giustizia Sociale e l'Ecologia della Compagnia di Gesù a Roma ha espresso la sua solidarietà in una dichiarazione pubblica. "Noi, come gesuiti impegnati in opere di educazione, di cura e di difesa dei diritti dei poveri e delle persone vulnerabili in tutto il mondo, siamo solidali con Stan e con gli altri difensori dei diritti umani in India e condanniamo fermamente l'arresto di p.
Stan Swamy, chiediamo l'immediato rilascio e chiediamo allo Stato di evitare arresti arbitrari di cittadini innocenti e rispettosi della legge", ha detto . Come ha detto padre Xavier Jeyaraj.In un comunicato stampa del 9 ottobre 2020, la Conferenza episcopale cattolica dell'India (CBCI) ha lanciato "un forte appello alle autorità interessate affinché rilascino immediatamente p. Stan Swamy e gli permettano di tornare nella sua residenza".Padre Stan era stato interrogato più volte, per oltre 15 ore, dalla NIA nella residenza dei gesuiti a Bagaicha, Ranchi, tra luglio e agosto. Pare che il suo arresto dell'8 ottobre sia legato al controverso caso di Bhima Koregaon-Elgar Parishad del 31 dicembre 2017, quando organizzazioni al servizio dei Dalit, gli intoccabili, avevano promosso un evento per commemorare il 200esimo anniversario della battaglia di Koregaon Bhima, quando i Dalit sconfissero i Bramino. L'evento si è tenuto a Pune e vi hanno partecipato circa 35.000 persone. L'adunata è stata presa come una provocazione dai gruppi estremisti indù, che hanno cercato di boicottarla. La situazione è degenerata in un'esplosione di violenza che ha causato una vittima e diversi feriti, oltre che diversi arresti. Padre Stan è l'ultimo di 16 arrestati ritenuti responsabili, tra cui i noti avvocati difensori dei diritti umani Arun Ferreira e Sudha Bharadwaj e gli scrittori Vernon Gonsalvez e Varavara Rao.Il gesuita ha negato con forza di essere mai stato a Bhima Koregoan, così come ha respinto ogni accusa su un collegamento con le forze maoiste, e ritiene che lo Stato lo stia perseguendo a causa del suo dissenso nei confronti di diverse politiche del governo e della sua lotta per i diritti degli Adivasi. Padre Stan lavora da decenni per i diritti terrieri degli Adivasi, documentando l'abuso di potere contro i giovani indigeni, falsamente accusati e incarcerati per aver difeso i loro diritti. Egli ha intentato una causa legale di interesse pubblico in tribunale contro lo Stato di Jharkhand per conto di 3000 indigeni imprigionati.In una dichiarazione video fatta due giorni prima del suo arresto, padre Stan ha detto: "Quello che mi sta succedendo non è un caso isolato. Molti attivisti, avvocati, scrittori, giornalisti, leader studenteschi, poeti, intellettuali e altri che si battono per i diritti degli Adivasi, dei Dalit e degli emarginati ed esprimono il loro dissenso nei confronti delle autorità governative del Paese vengono presi di mira e messi in prigione".La Conferenza gesuita dell'Asia meridionale ha indetto una Giornata Nazionale di Solidarietà per p. Stan. Manifestazioni pacifiche, incontri di solidarietà, fiaccolate, preghiere, campagne online si terranno in tutto il Paese e in tutto il mondo.E' stata avviata anche una petizione per il rilascio di padre Stan, che ha ricevuto più di 41.000 firme in tre giorni. I gesuiti vogliono mobilitare un supporto mondiale per esprimere la loro solidarietà a p. Stan Swamy e per chiedere il suo rilascio immediato. #StandwithStan #ReleaseStanSwamy #freeStanSwamy.