[L'intervista] "Lo Stato ha sconfitto per sempre Riina. Il piano eversivo dei Corleonesi ha fallito e non può tornare"
Intervista con Peppino di Lello, magistrato che ha fatto parte del pool antimafia con Falcone e Borsellino negli anni caldi dell'ascesa del Capo dei Capi e delle stragi di mafia.
![[L'intervista] 'Lo Stato ha sconfitto per sempre Riina. Il piano eversivo dei Corleonesi ha fallito e non può tornare'](/export/sites/notizie/.galleries/16/Di-lello-1.jpg_546700262.jpg)
"Con Riina scompare quella mafia che aveva tentato di sfidare lo Stato sul piano militare, credendo che innalzando il tiro sarebbe riuscita a piegarlo al suo volere. Invece ha ottenuto la peggiore sconfitta della sua storia perché non c'è stato nessun ammorbidimento del 41 bis, né la revisione delle sentenze del maxiprocesso. In più tutti i grandi boss sono all'ergastolo, tranne Messina Denaro che è ancora latitante. Sul piano militare-strategico Riina è stato sconfitto totalmente. E anche sul piano personale". Chi parla sa di cosa sta parlando: è Peppino Di Lello, magistrato chiamato negli anni caldi dell'ascesa dei Corleonesi da Antonino Caponnetto a collaborare nel pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in cui fu giudice istruttore.
In che senso sul piano personale?
"Bisogna chiedersi qual è la psicologia di queste persone che passano la stragrande maggioranza della loro vita a compiere delitti e ad accumulare ricchezze di cui non possono mai godere i frutti perché appunto finiscono reclusi a tempo indeterminato. Emblematico l'esempio dei Riina: lui all'ergastolo, un figlio giovanissimo già all'ergastolo, tutti i suoi parenti sotto il tiro della giustizia. E' una mafia poco intelligente, che ha la sua espressione massima in questo personaggio stragista che ha visto fallire il suo piano eversivo pezzo a pezzo".
Sconfitta la mafia stragista dei Corleonesi, oggi però Cosa Nostra è comunque presente nei territori e c'è anche un fenomeno di evoluzione verso l'impresa e i mercati finanziari. La mafia non spara più, ma fa affari.
"Sì, ma stando strettamente al fenomeno Cosa Nostra non c'è dubbio che abbia avuto un ridimensionamento enorme. Il traffico degli stupefacenti che è passato totalmente in mano ai calabresi, per esempio. Anche la potenza economica della mafia va ridimensionata: ci sono dei soggetti che si celano dietro la minaccia mafiosa ma in generale non credo tanto a una sommersione della mafia né che quelli che sono usciti dal carcere possano fare gran che, perché sappiamo che non sono nemmeno riusciti a ricostituire la Cupola. E poi vediamo come in questi giorni vengono riarrestati molti boss e fiancheggiatori e i cospiqui patrimoni sequestrati e confiscati".
Sotto il profilo tecnico e giudiziario lo Stato è riuscito a mettere in campo una risposta più raffinata, più efficace?
"Lo Stato sta reagendo da anni non solo in Sicilia, ma in Calabria, in Campania dovunque ci sono fenomeni di criminalità organizzata e processi ai mafiosi. La mafia è sotto tiro da parte dello Stato e non potrà più tornare ad essere la potenza che è stata negli anni '70-'80".