Detenuti minorenni evasi a Roma, rintracciati due su tre . Uno trovato a Termini, altro a L'Aquila
Il più grande del terzetto composto da ragazzini tunisini ha compito 17 anni a novembre mentre il più piccolo ne ha appena 15 anni. Nel loro curriculum ci sono reati per rapina e droga

E’ durata meno di 24 ore la fuga di due dei tre minorenni tunisini evasi dal carcere minorile di Casal del Marmo a Roma. Uno è stato trovato nel pomeriggio di lunedì alla Stazione Termini l’altro era stato rintracciato qualche ora prima a L'Aquila. I fuggitivi avrebbero approfittato del caos, creatosi in seguito a una rissa, per scappare scavalcando il muro di cinta.. Gli evasi rintracciati sono i due 17enni, manca invece ancora all'appello il 15enne scappato domenica scorsa con loro.
La fuga
Erano da poco passate le 17.30 di domenica scorsa quando i tre minorenni, tutti di nazionalità tunisina, hanno scavalcato il muro di cinta della struttura penitenziaria dileguandosi nel nulla. E dopo un'intensa caccia agli evasi nella Capitale e non solo due su tre sono stati rintracciati. Le foto dei fuggitivi sono state diramate a tutte le pattuglie sul territorio di polizia, carabinieri e guardia di finanza. I loro volti sono stati inseriti anche nei database su scala nazionale e internazionale. E così il primo è già stato ritracciato a L'Aquila. A farlo sapere è stato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. Il secondo è stato trovato a Roma, alla stazione Termini. Il 17enne è stato rintracciato dai poliziotti del commissariato Viminale.
Chi sono gli evasi
Il più grande del terzetto ha compito 17 anni a novembre mentre il più piccolo ne ha appena 15 anni. Nel loro curriculum ci sono reati per rapina e droga. Due, in particolare, pare fossero considerati più 'pericolosi' perché particolarmente violenti e potrebbero avere avuto un ruolo anche nella rissa scoppiata in carcere poco prima della fuga.
Le reazioni dei sindacati
L'evasione ha sollevato reazioni tra le organizzazioni sindacali attive nella realtà delle carceri. Per il segretario generale del Sappe Donato Capece "è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari". "Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto e assenza di polizia penitenziaria - ha detto a caldo - favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui".
Sovraffollamento strutture minorili
Infine ha sollevato "dubbi sulla capacità delle strutture minorili, concepite per minori italiani, di contenere giovani stranieri con esperienze criminali potenzialmente più complesse e un'età forse non corrispondente a quella dichiarata". Mentre il segretario generale del Cosp Domenico Mastrulli ha parlato di una "situazione critica e fallimentare che allarma la sicurezza delle carceri italiane già abbondantemente sovraffollate con circa 20.000 agenti in meno, 10.000 agenti feriti, 180 agenti in 20 anni morti suicidi e con 50 detenuti dall'inizio del 2024 che si sono tolti la vita". La Uspp Lazio ha ricordato che "nei giorni scorsi il sindacato aveva già lanciato segnali della difficoltà estrema che vive anche il minorile romano".