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Nuove regole sulla beneficenza, in arrivo il 'ddl Ferragni' con multe fino a 50mila euro

Adottati nuovi provvedimenti in seguito all'inchiesta sul pandoro-gate che ha coinvolto l'influencer Chiara Ferragni

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Nuove regole sulla beneficenza, in arrivo il 'ddl Ferragni' con multe fino a 50mila euro
Foto Ansa

Arriva il disegno di legge sulla beneficenza, già ribattezzato da alcuni 'legge Ferragni'. Il testo approderà giovedì prossimo sul tavolo del Consiglio dei ministri. Prevede multe da 5mila a 50mila euro per chi viola le disposizioni previste dalla legge. Il provvedimento, composto da 5 articoli, arriva dopo l'inchiesta sul pandoro-gate che coinvolto l'influencer Chiara Ferragni.

Importo o percentuale devoluta: da indicare sulla confezione

Sulle confezioni dei prodotti, i cui proventi sono in parte destinati a scopi di beneficenza, vanno indicati: "Il soggetto destinatario dei proventi della beneficenza, le finalità a cui sono destinati i proventi della beneficenza, l'importo complessivo destinato alla beneficenza se predeterminato" oppure, nel caso in cui non lo sia, "la quota percentuale del prezzo di vendita o l'importo destinati alla beneficenza per ogni unità di prodotto".

Multe salate, l'Antitrust avviserà i consumatori sui media

Le multe - dai 5mila ai 50mila euro - sui siti di chi è stato 'pizzicato' dall'Antitrust, sia del produttore sia dell'influencer che ha pubblicizzato il prodotto. Non solo. Anche l'Antitrust provvederà a darne notizia, passando anche dai media. Al comma 3 dell'articolo 4 - concernente 'controlli e sanzioni' - è infatti messo nero su bianco che "l'Autorità garante della concorrenza e del mercato pubblica, anche per estratto, i provvedimenti sanzionatori adottati su una apposita sezione del proprio sito internet istituzionale, sul sito del produttore o del professionista destinatario della sanzione, su uno o più quotidiani, nonché mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno in relazione all'esigenza di informare compiutamente i consumatori a cura e spese del produttore o del professionista".

Foto Ansa

Guai per chi pensa di farla franca, ignorando al misura. "In caso di inottemperanza alle disposizioni di cui al presente comma - recita infatti la norma -, l'Autorità applica una sanzione amministrativa da 5mila euro a 50mila euro". "In caso di reiterazione della violazione è disposta la sospensione dell'attività per un periodo da un mese a un anno", si legge.

Comunicazione dei tempi della donazione

Prima di mettere in vendita prodotti i cui proventi sono in parte destinati alla beneficenza, "il produttore o il professionista" deve comunicare all'Autorità garante della concorrenza e del mercato alcune informazioni, ovvero: il soggetto e le finalità destinatarie dei proventi, oltre all'importo che va in beneficenza e "il termine entro cui sarà effettuato il versamento dell'importo destinato alla beneficenza". "Entro tre mesi dalla scadenza del termine" il produttore o il professionista "comunica all'Autorità garante della concorrenza e del mercato il versamento dell'importo destinato alla beneficenza", si legge ancora nel testo.

"Multe ridicole e norma superflua"

Così Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori, ha commentato il testo del disegno di legge sulla beneficenza. "Se proprio si voleva fare una norma ad hoc, sarebbe stato decisamente meglio inserire gli abusi sulla beneficenza nell'elenco delle pratiche scorrette previste dal Codice del consumo. Con la nuova disciplina, invece, si affidano le sanzioni sempre all'Antitrust ma con multe irrisorie pari a massimo 50 mila euro quando invece con le pratiche scorrette si può arrivare a 10 milioni di euro e, ad esempio, nel caso della Ferragni la multa è stata pari a oltre un milione di euro".

"Insomma, si tratta di un passo indietro" ha proseguito Dona. "Qualcuno dirà che l'Antitrust potrebbe procedere applicando entrambe le normative, ma dubitiamo che questo possa accadere se ci sarà una legge speciale solo sulla beneficenza", ha aggiunto il presidente. "Per il resto si tratta di regole già scontate, dato che è ovvio che chi fa beneficienza debba indicare sui prodotti le finalità dei proventi e il destinatario della beneficenza, l'importo o la quota destinati a quel fine", ha concluso.

Il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona
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