Il crollo del ponte Morandi di Genova, il nuovo video del momento in cui viene giù tutto
Da una parte la Commissione d’inchiesta del ministero che indaga sul crollo del ponte Morandi; e dall’altra la Procura che vuole capire se e quanto sia responsabile il ministero rispetto al disastro, oltre naturalmente ad Autostrade per l’Italia che aveva la gestione del ponte sull’A10.
Succede tutto a Genova, a pochi chilometri di distanza. E così, mentre i commissari di governo lavorano fra carte e macerie, poco più in là la Procura delega gli uomini della Guardia di finanza a bussare alla porta del governo, cioè del Provveditorato regionale per le opere pubbliche che è l’articolazione locale del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit).
Il motivo? Chiedere cortesemente tutti gli atti riguardanti il ponte Morandi: 546 pagine di documenti. Lì dentro ci sono le risposte a una parte dei quesiti degli inquirenti: in quali termini sono stati decisi gli interventi per mettere in sicurezza il viadotto? Come? Quando? Perché?
Il confine delle responsabilità è sottile, ma dev’essere individuato. Dove si fermano i doveri del governo sull’attività di controllo e verifica e dove iniziano quelli di Autostrade? «Nessun indagato, nessuna
vittima sacrificale», ha detto il procuratore Francesco Cozzi.
Ma ieri l’attività investigativa non si è fermata al Provveditorato. Altri uomini delle Fiamme Gialle si sono infatti presentati al Politecnico di Milano per acquisire lo studio che per primo ha lanciato l’allarme sul ponte, datato novembre 2017.
Quel documento, firmato dal professor Carmelo Gentile, è all’origine del progetto di ristrutturazione, tecnicamente retrofitting, avviato da Autostrade e confluito nel bando di gara d’appalto da venti milioni dell’aprile 2018. Poi c’è l’indagine sulla dinamica del crollo. Cos’è successo quella mattina del 14 d’agosto al Ponte Morandi?
Ad aiutare la ricostruzione della dinamica le immagini dei video acquisiti. Oltre a quelli diffusi ieri dalla Finanza, a disposizione degli inquirenti ce ne sono altri tre che sono considerati molto importanti. La velocità del crollo, pochi secondi, ha costretto i tecnici a isolare i frame attimo per attimo. Da un primo esame sembra che il primo elemento a cedere sia stato un tirante. Domanda: perché ha ceduto? Debolezza del materiale? Eccesso di carico? Entrambi? «Noi stavamo facendo dei lavori sul ponte — ha spiegato Hubert Weissteiner della Weico di Velturno (Bolzano), una ditta subappaltante —. La notte del 14 agosto siamo stati sul pilone 9 (quello crollato, ndr) fino alle 5.40 del mattino e non abbiamo notato nulla di anomalo. Il carro ponte che stavamo costruendo peserà sette tonnellate a pieno carico. Niente, un Tir ne pesa quaranta».