Coronavirus? Ecco le previsioni del secolo scorso
Nel 1997 l'infettivologo ed epidemiologo Donald S. Burke enunciò i criteri che rendevano certi virus probabili candidati al ruolo di "scatenatori" di epidemie
Come molti, moltissimi in Italia e nel mondo ho letto Spillover di David Quammen. Pubblicato per la prima volta nel 2012 il saggio racconta col ritmo del giornalista naturalista ipotesi, scoperte e una tonnellata di aneddoti su come i virus passino dagli animali all’uomo, il cosiddetto spillover appunto. Quello che segue è un brano tratto dal capitolo finale così come lo si trova nel libro.
La previsione in tre parti
“Un assai stimato infettivologo ed epidemiologo come Donald S. Burke, attualmente preside della Graduate School of Public Health all’Università di Pittsburgh, durante una conferenza del 1997 (il cui testo venne poi pubblicato) enunciò i criteri che rendevano certi virus probabili candidati al ruolo di scatenatori di epidemie: «Il primo è il più ovvio: responsabilità per recenti pandemie umane». Il dito era puntato sugli orthomyxovirus (gruppo che comprende le influenze), sui retrovirus (tra cui gli HIV) e su altri ancora.
«Il secondo criterio è la provata capacità di causare serie epidemie in popolazioni di animali non umani». Questo chiamava in causa ancora gli orthomyxovirus, ma anche i paramyxovirus, come Hendra e Nipah, e i coronavirus, come Sars-Cov.
Il terzo criterio di Burke era la «intrinseca capacità evolutiva», cioè la facilità di mutare e ricombinarsi, che «fornisce a un virus il potenziale di emergere e di causare pandemie nella popolazione umana». Gli esempi citati erano i soliti retrovirus, orthomyxovirus e coronavirus.
«Alcuni di questi» – in particolare i coronavirus - «devono essere considerati serie minacce alla salute pubblica. Si tratta di virus con alta capacità evolutiva e provata abilità di causare epidemie nelle popolazioni animali». È interessante, col senno di poi, notare come in quella conferenza avesse predetto l’epidemia di Sars con sei anni di anticipo.
Di recente Burke mi ha detto «l’ho un po’ sparata». Ha fatto una risatina autoironica e ha aggiunto che «parlare di previsioni è eccessivo» per quel che riguarda il suo lavoro".
In anticipo di 22 anni
Oltre ad aver prospettato la Sars con sei anni d’anticipo, Burke ha prospettato il Covid-19 con 22 anni d’anticipo. E Quammen lo ha raccontato sette anni fa descrivendo come tutti coloro che si occupavano di virus e di sanità pubblica non si chiedevano “se”, ma “quando” sarebbe arrivata la “Big One”, la pandemia che avrebbe attraversato il mondo. Non a caso il sottotitolo della versione originale del libro è “Infezioni animali e la prossima pandemia umana”. Bill Gates ne avrebbe parlato tre anni dopo. Mentre ancora oggi nelle piazze qualcuno sostiene che è tutto un complotto.