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[L’inchiesta] L’altro condono proposto da Lega e Cinque Stelle per aiutare le regioni colpite dal terremoto

Il governo prende le distanze dal condono, ma cinquestelle e leghisti hanno depositato giovedì due proposte fotocopia per un condono edilizio nelle zone del Centro Italia lambite dal terremoto del 2016. Gli emendamenti numero 39.098 e 39.099 al decreto Genova, depositati contemporaneamente, uguali fin nelle virgole, vogliono regolarizzare in un colpo solo tutte le costruzioni abusive e gli aumenti di cubatura. Il resoconto rivela: alle proteste del Pd, i pentastellati hanno risposto dicendo che “era una richiesta dei governatori”

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Luigi Di Maio ha accusato una “manina”. I principali esponenti dei Cinquestelle tuonano da due giorni contro il “condono” previsto dall’articolo 9 del Decreto Fiscale, Matteo Salvini risponde al fuoco parlando del “condono tombale per Ischia”, fortemente voluto dagli altri, come di “un segnale sbagliato”. Così la parola “condono” è tornata prepotentemente di attualità in questo autunno 2018 come non capitava da oltre un decennio, da quando Giulio Tremonti suggeriva a Silvio Berlusconi di fare cassa con le sanatorie, di far spuntare i soldi per le leggi Finanziarie favorendo l’emersione del nero. Prima Cinquestelle e Lega hanno detto sì, oggi si pronunciano tutti contro al condono, ridimensionano la crisi di questi ultimi giorni ad un “un semplice errore tecnico”, come ha detto ieri sera il premier Giuseppe Conte.

Sono pronti ad approvare un altro condono

Difficile credere che le cose stiano veramente così se è vero che Cinquestelle e Lega hanno appena ideato, proposto e sono pronti ad approvare un altro condono e che lo hanno fatto insieme, senza liti o discussioni. Lo hanno fatto presentando due emendamenti identici al Decreto Genova, che qualcuno chiama ancora Emergenze, in discussione proprio in questi giorni alla Camera dei deputati. Gli emendamenti numero 39.098 e 39.099, depositati contemporaneamente come si evince dal numero assegnato, sono uguali fin nelle virgole: uno ha come prima firma quella del leghista Tullio Patassini, l’altro quella della pentastellata Patrizia Terzoni.

Ampliare una sanatoria già vigente

Entrambi propongono di ampliare una sanatoria già vigente “ai sensi dell’articolo 1-sexies” del primo Decreto Terremoto, varato nel corso di questa legislatura, che formalmente si chiama Dl 55/2018, e riguarda le Regioni del Centro Italia colpite da sisma di due anni fa. La norma già in vigore da alcuni mesi prevedeva una sanatoria per interventi su edifici privati realizzati prima del terremoto del 24 agosto 2016 in assenza di segnalazione certificata di inizio attività nelle aree individuate di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Regolarizzava alcuni piccoli abusi commessi prima delle scosse, insomma. L’emendamento-gemello presentato dai gialloverdi ora in Commissione allarga questa sanatoria anche agli interventi realizzati “in assenza di permesso di costruire o in difformità da esso”.

Il problema delle costruzioni totalmente abusive

Sarebbero totalmente sanate costruzioni totalmente abusive, realizzate senza alcuna autorizzazione. Inoltre, la medesima proposta prevede che la sanatoria venga applicata anche anche ai casi di incrementi di volume degli edifici che saranno ricostruiti. Allargamenti di volumetria e altri abusi come locali costruiti sui balconi o sui terrazzi potrebbero diventare perfettamente regolari, alla faccia di chi ha inoltrato regolare richiesta e magari se l’è vista respingere. E’ un condono edilizio a tutti gli effetti, dunque, e ha trovato d’accordo sia l’M5s che la Lega. Gli emendamenti-gemelli sono stati depositati e poi accantonati giovedì nel corso della seduta delle Commissioni Ambiente e Trasporti di Montecitorio che stanno esaminando il Decreto Genova.

Polemica tra Pd-Leu con il governo

Su questa decisione, che prelude forse ad possibile parere favorevole e ad una votazione positiva da parte della maggioranza, si è scatenata un’accesa polemica tra Pd e Leu da una parte e la maggioranza gialloverde dall’altra. A sollevare la questione durante la riunione della commissione, prima che il caso-condono esplodesse è stata la deputata democratica Chiara Braga. “Questa proposta emendativa (...) cela una sanatoria degli abusi edilizi compiuti in molte delle aree che sono state interessate dagli eventi sismici; oltre a cancellare la previsione dei controlli di compatibilità con riguardo agli abusi lievi, prevede un contributo per la ricostruzione pari al cento per cento anche per quegli immobili con situazioni di totale abusività. Si tratta di un ennesimo condono mascherato”, ha detto nel corso della seduta, come fedelmente riportato dal resoconto stenografico. Ancora più duro un altro deputato dem, Luciano Pizzetti, che “giudica del tutto sconcertante la palese intenzione di introdurre un condono tombale e premiale”.

La richiesta degli stessi governatori delle regioni

La prima firmataria dell’emendamento pentastellato, Patrizia Terzoni, è intervenuta e, seccata, ha sostenuto che un condono così esteso “è stato richiesto dagli stessi governatori delle regioni interessate dai fenomeni sismici nel corso delle audizioni svolte presso le Commissioni”. Fa niente se Beppe Grillo ha sempre tuonato inorridito contro i condoni; la maggioranza andava solamente incontro alle richieste dei presidenti di Regione. Il suo collega di partito Riccardo Riccardi è intervenuto subito dopo ed ha fatto ricorso a un classico della retorica grillina, quello di dare addosso al Pd: “Il Partito Democratico in passato ha vinto le elezioni grazie a favori e abusi consentiti dagli enti locali e, in ragione della propria appartenenza (...)”. Come dire: “Parlate proprio voi?”. Poche ore dopo sarebbe scoppiato il patatrac, Luigi Di Maio sarebbe andato in tv ospite di Bruno Vespa e avrebbe riacceso i riflettori sul “condono”, accusando le “manine” di averlo inserito nel testo della manovra.

Paolo Emilio Russodi Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare   
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